Palermo, 9 settembre 2019 - Una giovane donna del Ragusano ha vissuto un vero incubo, attirata in una trappola subdola. La ragazza, pochi giorni fa, stava tornando a casa dopo una serata passata a festeggiare il suo compleanno. L'aggressore, in mezzo alla strada, ha fatto cenno alla guidatrice di accostare l'auto, fingendo di aver bisogno di aiuto per la moglie. Una volta salito a bordo, davanti al tentativo della ragazza di chiamare i soccorsi, le ha strappato il cellulare dalle mani e, sotto minaccia, si é impadronito dell'auto guidando fino al cimitero di Vittoria. Qui ha abusato sessualmente della ragazza, rapinandola anche del denaro che aveva con sè. La notte è continuata sulla spiaggia di Marina di Ragusa, dove gli abusi sono proseguiti fino al mattino, poco prima di scendere dall'auto per tornare a casa. A quel punto la ragazza, sotto choc, ha chiamato gli amici e la famiglia per raccontare tutto: da qui la denuncia in questura e il trasporto in ospedale. Le indagini e la descrizione da parte della vittima hanno condotto gli agenti del della squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Vittoria a un 26enne pregiudicato. Dopo una perquisizione domiciliare e il prelievo di campioni biologici per le analisi del Dna, alcune immagini di videosorveglianza hanno consentito agli investigatori di chiudere il cerchio.
Già nel 2018 il giovane era stato condannato per violenza sessuale e rapina con un modus operandi simile; aveva all'epoca passato qualche giorno in carcere, poi era passato ai domiciliari ed infine, era stato sottoposto all'obbligo di dimora. E stata "una vissuta odissea" la notte di orrore trascorsa dalla giovane donna violentata nel Ragusano da un 26enne che l'aveva fermata in strada, mentre lei era alla guida della sua auto, fingendo di avere bisogno di aiuto per la moglie colta da malore, che si è però rivelata una scusa per rapinarla e abusare sessualmente di lei. Lo scrive il Gip di Ragusa, Vincenzo Ignoccolo, nelle cinque pagine dell'ordinanza di custodia cautelare con cui, accogliendo la richiesta della Procura, convalida il fermo dell'uomo e ne dispone la custodia cautelare in carcere. Il Giudice delle indagini preliminari sottolinea come le dichiarazioni della vittima, raccolte in un'apposita 'area protettà della squadra mobile della Questura di Ragusa, sono credibili perché "spontanee, immediate, lucide, precise, dettagliate e circostanziate e prive di significative contraddizioni o sbavature". Il Gip osserva che la vittima ha sofferto il "completo annientamento della sua libertà di autodeterminazione e la invalidità del consenso, in quanto coatto". Il 26enne per il Gip, infatti, ha "un'indole gravemente sopraffattrice, tendente a sfruttare a proprio vantaggio le debolezze dell'altro sesso". Come, scrive tra l'altro, dimostra la "recente condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione", in primo grado, per "il reato di violenza sessuale consumato con con caratteristiche analoghe a questo oggetto del procedimento".