Udine, 5 giugno 2024 – Esistono anche le “tragiche fatalità”, come ha detto ieri il procuratore di Udine, Massimo Lia, a proposito dei tre amici travolti dalla piena del Natisone a Premariacco. Prima però di parlare di fatalità, gli inquirenti vogliono verificare se ci siano state delle condotte “omissive”. E cioè se qualcuno che doveva intervenire non è intervenuto o non lo ha fatto abbastanza in fretta. Se qualcuno che doveva segnalare il pericolo non l’ha segnalato o non lo ha fatto adeguatamente. Per questo la procura di Udine indaga per omicidio colposo, il fascicolo al momento è aperto contro ignoti, allo scopo di verificare come siano andate le cose, se Patrizia, Bianca e Cristian potevano essere salvati.
I tabulati
Sotto la lente degli investigatori ci sono i tabulati telefonici del cellulare di Patrizia Cormos, ritrovata senza vita con l’amica, mentre ancora Cristian è disperso. I tre si erano presi qualche ora di svago dopo un esame. “Qualche foto e poi torniamo”, aveva detto la ragazza alla madre. E’ stata lei a chiamare i soccorsi venerdì scorso quando si è resa conto che l’acqua saliva e la situazione stava diventando pericolosa: “Venite a salvarci!”. Lo ha fatto quattro volte nel giro di pochi minuti, la prima volta alle 13.29. Gli inquirenti hanno acquisito le conversazioni tra lei e il 112 del Nue (Nucleo di emergenza), così come le rotte ufficiali seguite dagli elicotteri dei vigili del fuoco e della sanità regionale. “Dai primi accertamenti, tutto si è
svolto in un arco temporale che si può quantificare in circa mezz'ora”, ha spiegato Lia. Dalle chiamate all’arrivo dei soccorsi è passato troppo tempo?
La segnaletica
Chi indaga dovrà chiarire se sono state rispettate le procedure, anche sull’uso della cartellonistica lungo il Natisone: ci sono segnali di pericolo di annegamento e divieto di balneazione, non quello di pericolo di piene improvvise. In queste ore si ascoltano i testimoni della tragedia, dai familiari, ai testimoni oculari. Tra loro anche chi ha girato il video dei tentativi, falliti, di soccorso, documentando l’ultimo abbraccio dei ragazzi prima di venire travolti.
Si cerca Cristian, pattuglie a piedi
Nel frattempo vanno avanti le ricerche di Cristian Casiar Molnar lungo il Natisone, che in alcuni punti è di nuovo in secca. Tanto che si procede a piedi, con pattuglie che setacciano l’argine e la boscaglia attigua e con l’aiuto di droni. Vigili del fuoco e protezione civile - che riescono agilmente a guadare il corso d'acqua in più punti - sono affiancati da unità cinofile. Viene ispezionata un'ampia zona del fiume, fino alla sua immissione nel Torre, affluente dell'Isonzo. Tra le decine di persone impegnate nelle battute c’è anche il fratello di Cristian.
Il lutto
Oggi a Udine e Campoformido, i due comuni di residenza delle vittime, è lutto cittadino: la comunità romena della città si è stretta intorno alle famiglie di Patrizia Cormos e Bianca Doros per l’ultimo abbraccio. Nella Chiesa ortodossa romena del Triveneto, padre Florin Chereches ha concelebrato con altri sacerdoti il rito di commiato in lingua romena, preludio ai funerali che si terranno in Romania ( le salme saranno rimpatriate domani all’alba). C’erano anche mons. Riccardo Lamba, “per testimoniare la nostra vicinanza umana e cristiana e per un momento di preghiera comune”, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni con altri esponenti della Giunta, il questore Alfredo D'Agostino, il prefetto Domenico Lione, i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, oltre a comuni cittadini. Nelle bare aperte i corpi di Bianca e Patrizia, vestite in abiti da sposa, come vuole la tradizione romena. Su uno schermo scorrevano le immagini delle due giovani nei momenti felici.