Roma, 10 aprile 2024 – E’ caccia al giovane italo-egiziano sospettato della morte della 22enne francese trovata senza vita venerdì in una chiesetta diroccata sopra La Salle, in Valle d'Aosta. Il ricercato “è già a processo per atti di violenza sulla vittima”, riportano i giornali francesi Le Dauphiné Libéré e Le Progrés. Per queste accuse, dovrà comparire davanti al Tribunale correzionale di Grenoble tra poche settimane. Su di lui inoltre pende un mandato di cattura internazionale con l'accusa di omicidio, emesso dalla procura di Aosta, ma al momento non è ancora stato rintracciato dalla Gendarmerie.
Le ricerche si sono concentrate nell’area intorno a Grenoble, in val d'Isére nel sud-est della Francia, a meno di 200 chilometri dal luogo del delitto: nella città di Stendhal il giovane ha probabilmente dei contatti che potrebbero in qualche modo coprire la sua fuga. “Sa di essere ricercato, probabilmente si sente braccato, potrebbe compiere qualche errore”, ha detto un investigatore ai giornalisti locali.
Il sospettato era stato visto assieme alla vittima, originaria di Saint-Priest, vicino Lione, nei giorni precedenti il ritrovamento del cadavere, poi era svanito nel nulla, forse a bordo di un furgone rosso. Gli investigatori hanno aperto un fascicolo per omicidio, le indagini sono condotte dai carabinieri di Aosta e coordinate dal pm Manlio D'Ambrosi e dal procuratore capo Luca Ceccanti.
Ieri l'autopsia aveva confermato che la giovane era morta per un'emorragia provocata dalle ferite all'addome e al collo inferte con un coltello. La giovane, trovata senza documenti e oggetti personali, è stata identificata grazie ai parenti, i quali l'hanno riconosciuta dalle foto fornite dai carabinieri, prima di arrivare personalmente in Italia per l’identificazione ufficiale. La notizia oggi è stata ripresa anche dai giornali transalpini. Le ricerche del sospetto si erano concentrate proprio nella zona di Grenoble. I media francesi sostengono che tra varie le piste seguite dagli investigatori italiani ci sarebbe anche quella del rito satanista, ma non è la principale infatti i carabinieri punterebbero più sulla lite, sul gesto impulsivo.
Un testimone, come si apprende dalle pagine della Stampa, ha raccontato di aver visto in zona martedì 2 aprile due ragazzi, lei molto bella ma emaciata, lui con capelli ricci e carnagione olivastra, entrambi vestiti di nero, pronti per un'escursione con campeggio in montagna. "Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne. Per questo so che non esiste il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale. Perché mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo". Ed ha aggiunto altri particolari come il fatto che parlava solo il ragazzo, in un buon italiano, ma sembrava straniero, inoltre all'apparenza era molto più giovane della compagna, quasi minorenne.
Un’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti è il cosiddetto ‘Urbex’, ovvero l’esplorazione di luoghi abbandonati. Potrebbe essere il motivo che ha portato la francese insieme al giovane ricercato verso le rovine dell’Equilivaz. Un’ipotesi rafforzata dalle testimonianze raccolte, secondo cui i due erano infatti alla ricerca di quel villaggio abbandonato. La 'Urban exploration', – per quanto potenzialmente pericolosa – negli ultimi anni ha avuto una discreta popolarità tra i giovani, grazie anche ad alcune serie televisive, siti web e pagine social. Abitazioni, teatri, catacombe, bunker: tutto, secondo i cultori dell'Urbex, può assumere un fascino particolare.
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