Milano, 23 gennaio 2025 – Sulle violenze di Capodanno, Procura e Squadra mobile, prima di ascoltare nuovamente i racconti delle vittime, stanno cercando, attraverso software specifici e l’uso dell’intelligenza artificiale applicata su ore e ore di immagini delle telecamere di sorveglianza e altri video di cellulari, di arrivare alle identificazioni degli autori delle violenze, lavorando sui volti e soprattutto sugli abiti indossati. Tre le denunce raccolte finora, con racconti degli abusi messi in atto da un “muro umano” di trenta-quaranta persone, e cinque gli episodi su cui i pm stanno indagando, alcuni con più di una vittima.
Questa sera alla trasmissione “Diritto e Rovescio” ha parlato la ragazza di Reggio Emilia che, con il suo fidanzato era in piazza Duomo quella notte. “Quando abbiamo sentito i fuochi, intorno alla mezzanotte, ci siamo spostati un attimo dal centro della piazza e abbiamo raggiunto i portici (la Galleria, ndr) per riuscire a prendere un po’ di aria perché c’era troppa gente e non riuscivamo più a stare lì. Dopo - ha proseguito la giovane in trasmissione - io e il mio fidanzato abbiamo iniziato a camminare mano nelle mano, lui era davanti a me e, ad un certo punto, sento una mano che mi sale sotto il vestito, cerco di toglierla, ma senza riuscirci e inizio ad urlare, dico al mio fidanzato di lasciarmi davanti e dopo 10, 15 secondi lui riesce a tirarmi via”.
Un’esperienza scioccante dice: "Ho iniziato a tremare, non respiravo più, ho pianto. Non ho capito subito quanti uomini erano, né di essere circondata, lì per lì ero talmente agitata e in lacrime che non me ne sono resa conto di essere finita in un gruppo di uomini”. La giovane ricorda perfettamente quei momenti drammatici e anche il volto dell’uomo che ha abusato di lei: “C’erano altri uomini che cercavano di circondarmi per non lasciarmi andare via, ma l’uomo che mi ha messo le mani era un indiano o forse un pakistano con la camicia blu, si vedeva, si capiva che era alterato, non mi ha detto niente, ho sentito solo le sue mani". Poi la corsa verso la polizia: “Mi sono diretta verso i poliziotti della piazza e dopo 10 secondi è arrivata un’altra ragazza, ho sentito che urlava anche lei”.
Alla voce della giovane emiliana si è aggiunta anche quella del fidanzato: “All’inizio non avevo capito perché c’era tanta gente, pensavo che la stessero schiacciando, quando mi ha detto che un uomo le stava mettendo la mano sotto il vestito mi sono girato e l’ho presa di forza, ma avevo quattro persone girate verso di me che facevano muro. Se non ci fossi stato io sarebbe finita molto peggio”. E conclude lei: “I primi giorni avevo gli incubi ora sto meglio. Non voglio più pensare a quel momento, mi sono sentita una preda”.