Roma, 13 dicembre 2018 - Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca di Roma Virginia Raggi, è stato condannato a 3 anni e sei mesi di reclusione nell'ambito del processo che lo vede imputato per concorso in corruzione con il costruttore Sergio Scarpellini (deceduto il 20 novembre scorso). Lapidario il commento della Raggi: "È una pagina chiusa".
Nei confronti di Marra la procura di Roma aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo. Secondo l'accusa, Scarpellini avrebbe dato nel 2013 quasi 370 mila euro a Marra, all'epoca direttore dell`ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa, per l'acquisto di un appartamento nella zona di Prati Fiscali.
I giudici del tribunale di Roma, della II sezione penale, hanno anche disposto la confisca dell'appartamento oggetto della vicenda, e un risarcimento di 100mila euro in favore di Roma Capitale. Per Marra è stato inoltre dichiarato estinto il rapporto con la pubblica amministrazione. . Lo scorso luglio la posizione dell'immobiliarista era stata stralciata a causa delle gravi condizioni di salute.
"Il cuore del processo sta nel capire se questa dazione sia stata un prestito tra amici o invece il 'prezzo' per piegare la pubblica funzione di Marra agli interessi del costruttore Scarpellini, se fra i due ci sia stato un rapporto di amicizia o di corruzione", aveva spiegato nel corso della sua requisitoria il pm Barbara Zuin.
Per questa vicenda Marra e Scarpellini vennero arrestati nel dicembre 2016. Le contestazioni del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Zuin si basano essenzialmente sulle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, diretti dal colonnello D'Aloia. Marra - secondo le accuse - avrebbe ricevuto benefici ingenti dal costruttore. Fino al pagamento nel 2013 di oltre 367 mila euro, con due assegni, per un appartamento Enasarco acquistato in via Prati Fiscali 258, e intestato a Chiara Perico, la moglie di Marra, attualmente residente a Malta con i figli. "Quella era una tangente", secondo i pubblici ministeri, un prestito secondo la difesa di Marra, entrambe le cose per Scarpellini, che in sede di interrogatorio ha ammesso di aver pagato per non scontentare il potente funzionario del Comune. Marra, assistito dall'avvocato Francesco Scacchi, a distanza di 4 anni, a processo avviato e quindi con una tempistica sospetta secondo l'accusa, ha restituito i soldi a Scarpellini, 367mila euro che per la procura sono una 'mazzetta' e che per la difesa sarebbero invece un prestito tra amici.
Nel 2009 c'era stato un altro 'regalo' del costruttore a Marra: un appartamento in zona Eur, ottenuto con uno sconto di mezzo milione di euro.