Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

"Quelle belve potevano uccidere anche me"

Il titolare di un locale: "Mi sono salvato perché non ho reagito". L’accusa per la morte di Willy si aggrava: si valuta l’omicidio volontario

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Nel vortice delle accuse incrociate tra i picchiatori di Artena e nel tentativo, da parte degli investigatori, di ricostruire quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica scorsa davanti al ’Due di picche’ di Colleferro, potrebbero arrivare presto nuove iscrizioni nel registro degli indagati per la morte di Willy Monteiro Duarte. L’attività di indagine dei carabinieri, coordinati dalla procura di Velletri, prosegue in queste ore con l’ascolto di altre persone presenti a Colleferro e che avrebbero avuto un ruolo nella rissa. Al momento il procedimento resta rubricato come concorso in omicidio preterintenzionale, ma alla luce delle testimonianze raccolte il capo di imputazione potrebbe aggravarsi in omicidio volontario.

Anche il primo cittadino del luogo al centro d’Italia in questi giorni lancia un appello a chi ha visto e sa qualcosa. "Leggo le prime indiscrezioni sull’autopsia e credo che se ci siano ancora testimoni che non l’hanno fatto, sia giusto e doveroso che concorrano alla ricostruzione di una verità che si fa sempre più chiara andando dai carabinieri per parlare: solo così si farà giustizia". Così il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, in un lungo post su Facebook. Intanto, i funerali del 21enne capoverdiano, ma residente in Italia da tempo, si terranno domani mattina a Paliano: saranno vietate telecamere e riprese video di qualcisasi tipo, con smartphone o tablet. E la famiglia di Willy invita i cittadini che vogliono partecipare alla cerimonia funebre a indossare una maglietta bianca, poi fa una richiesta specifica: "Basta regalarci fiori, chi vuole faccia un’offerta per i bisognosi". Dopo la fiaccolata di mercoledì sera, a cui hanno partecipato migliaia di persone, ieri nella questura di Frosinone si è svolto un tavolo tecnico per l’organizzazione dei funerali. In molti chiedono esequie solenni, per un giovane martire che rappresenta sempre di più un argomento di scontro ideologico e politico a livello nazionale.

Intanto fa paura il racconto su Facebook del titolare della ’Macelleria sociale’ a Giulianello (Latina), Stefano Sorci. "Un’atmosfera da film di Tarantino", quelle scene sul filo della tensione, coi dialoghi apparentemente neutri mentre l’atmosfera si fa opprimente, la sensazione di violenza pronta a esplodere. Ma quella sera di fine estate, nel suo locale non sono entrati dei divi di Hollywood, ma il gruppo di ragazzi accusati di avere ucciso Willy. Proprio loro. Non era un film.

"Il Suv che sbucava a tutta velocità per poi inchiodare a due metri dai tavolini. Sono scesi in 5, capelli tinti, catene al collo, vestiti firmati, i bicipiti tirati a lucido e le sopracciglia appena disegnate" così come nelle immagini che in questi giorni sono circolate sui media. È calato il gelo. Il primo si è affacciato alla porta: "Chi è che comanda qua dentro?", ha chiesto. Stefano si è avvicinato. "Ah, ecco, comanda lui, è questo qua". "E poi provocazioni e rutti alle mie risposte. Mi sono salvato perché non ho reagito, anche se ero furioso per la mia vigliaccheria. Ma vedendo ora la fine di Willy...". Nel frattempo però i tavoli fuori si svuotavano, a uno a uno gli avventori se ne sono andati. Stefano ha servito loro le birre, quelli hanno pagato. Se ne sono andati, sgommando come sono arrivati. Li paragona a cani che marcano un territorio nuovo. Ha chiuso il locale, e poi è tornato a casa.

Alessandro Belardetti