
di Gianni Leoni Piuttosto schivo, ma sempre gentilissimo, lasciava scorrere giornate tutte uguali tra l’orto davanti a casa e un po’ di tv. A 62 anni non c’era più nulla, nei tratti e nel comportamento di Wolfgang Abel, del giovane montato e un po’ spavaldo che con il complice Marco Furlan e la sigla neonazista ‘Ludwig’ seminò fuoco, morte e terrore tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta. Una vita da pensionato nella quiete di Arbizzano, nel Veronese, con la mamma in là con gli anni assistita da una badante, e l’unico hobby di rifinire le...