di Alessandro Farruggia
È un Putin bellicoso quello che a San Pietroburgo, alla parata per la festa della marina russa, annuncia una nuova e più assertiva dottrina di difesa navale e ribadisce il prossimo schieramento dei missili ipersonici Zirkon, lanciando l’ennesima sfida all’occidente. Gli analisti concordano nel leggerlo come mossa aggressiva verso i paesi Nato e di piena riconferma della scelta di aggressione all’Ucraina: Putin non cambia di un millimetro la propria linea e intende andare avanti in Ucraina fino a dove potrà. Nessuna svolta all’orizzonte.
"Le principali sfide e minacce alla sicurezza marittima delle federazione Russa – afferma il nuovo documento – sono il corso strategico degli Stati Uniti verso il dominio degli oceani e l’espansione dell’infrastruttura militare della Nato vicino al confine russo. Difenderemo fermamente i e confini e le aree degli interessi nazionali vitali della Russia, sia economici che strategici, con tutti i mezzi". In questo senso Putin ha annunciato la marina russa "si doterà di moderne portaerei" e che la consegna dei missili ipersonici Zircon "inizierà il prossimo mese a partire dalla fregata Gorshkov".
"La determinazione di Putin – osserva Nona Mikhelidze dell’Istituto Affari internazionali – resta intatta, non vedo novità. Lo stile narrativo di Putin è sempre stato assertivo. Degli Zircon ha parlato da tempo e gli sono funzionali per controbilanciare mediaticamente la fornitura dei lanciarazzi Himars americani all’Ucraina che stanno cambiando la dinamica del conflitto". "Nei prossimi mesi – prosegue Mikhelidze – Putin non ha alcuna intenzione di cambiare strategia. Non a caso ha ribadito che intende liberare gli ucraini dal governo Zelensky. E non a caso la Russia prosegue i preparativi per un referendum a settembre nella regione di Kherson: resta solo da decidere se proporre una adesione alla federazione russa, scenario Crimea, o creare una repubblica indipendente, stile Lugansk e Donetsk. Per scongiurare questa prospettiva l’Ucraina tenterà una controffensiva entro i primi di settembre per tentare di riconquistare Kherson: è e sarà ancora guerra".
"La Russia – afferma Andrea Margelletti , presidente del Cesi – è una superpotenza nucleare che da un punto di vista convenzionale ha mostrato in Ucraina tutti i suoi limiti, prima di tutto dottrinali poi tecnologici e industriali, tanto è vero che in questi mesi di guerra sta avendo grandi difficoltà a conquistare alcune singole regioni dell’Ucraina. Quella di Putin a San Pietroburgo è totalmente propaganda". "Dalle ultime dichiarazioni del presidente russo – sottolinea Margelletti – non si vede alcuna intenzione di uscire dal pantano ucraino, lui non si è mosso di una virgola dalla sua aggressiva agenda. La grande discussione in Europa sul fatto che i russi potrebbero presto essere disponibili a trattare è una discussione basata sulle nostre aspettative, ma in realtà i russi non hanno cambiato passo, anzi, hanno provato ad accelerare. Infatti recentemente Putin è tornato a parlare di cambio di governo a Kiev: un obiettivo per lui fondamentale e solo momentaneamente messo da parte".
"La cosiddetta nuova dottrina marittima russa – nota Piero Batacchi di Rivista Italiana Difesa – è molto simile alla precedente, una dottrina sostanzialmente difensiva, a parte un maggiore accento sull’Artico. Quanto agli Zircon, sono un arma temibile contro le grandi unità delle marine occidentali ma non altera significativamente il bilancio strategico, tanto meno in Ucraina". "Sostanziamene Putin – prosegue Batacchi – usa un linguaggio aggressivo per motivare i suoi, ma non ha in programma svolte di nessun tipo. Andrà avanti nella direzione vista in questi mesi. I russi hanno degli obiettivi e fino a che le risorse economiche glielo consentiranno, li perseguiranno".