Lunedì 17 Marzo 2025
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Pubblicità e videogiochi a scuola. Ora il registro elettronico è un caso

Protesta avviata dalla mamma di una studentessa: nel mirino la app usata dalla maggior parte degli istituti. Arriva lo stop del ministro Valditara: "Valuteremo l’utilizzo di un software unico nazionale e gratuito".

A sinistra, il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, 64 anni

A sinistra, il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, 64 anni

Roma, 17 marzo 2025 – La questione registro elettronico arriva al ministero dell’Istruzione. Al centro delle polemiche i contenuti commerciali presenti nella sezione ‘MyTools’ dell’applicazione ClasseViva del Gruppo Spaggiari Parma. Un nuovo servizio, già attivo nelle piattaforme utilizzate da diverse scuole, presentato ufficialmente nei giorni scorsi a Didacta Italia 2025 come "un ecosistema di servizi che spaziano dall’acquisto facilitato dei libri di testo e materiale scolastico al supporto per l’orientamento universitario, il benessere psicologico, le ripetizioni personalizzate e l’accesso a soluzioni di finanziamento agevolato".

Tutto parte dalla segnalazione di Giovanna Garrone, project manager di Torino che, consultando il registro elettronico di sua figlia, si è imbattuta in pubblicità, videogiochi e uno ‘Scuola Shop’ con in vendita 20mila prodotti. Una storia sfociata in un’inchiesta del quotidiano La Stampa e in una petizione online su Change.org a firma della stessa Garrone e dell’insegnante Federica Patti. "Chiediamo – recita l’appello – che il ministero dell’Istruzione sviluppi un registro elettronico unico che possa essere messo a disposizione delle scuole gratuitamente in modo uniforme sul territorio nazionale, come già avviene in altri Paesi europei" per garantire "l’assenza di contenuti inappropriati" e la "sicurezza nella gestione dei dati".

A oggi, infatti, il registro elettronico è fornito da aziende private a cui le singole autonomie scolastiche pagano un canone annuale di circa 5mila euro. Uno scenario in cui ClasseViva, app utilizzata da 2,5 milioni di genitori, un milione di studenti e 300mila insegnanti in 2.800 scuole, è tra i leader di mercato.

L’ombra di un business collaterale dietro all’offerta di un servizio obbligatorio e essenziale per scuole e famiglie ha spinto Avs a rivolgere un’interrogazione al ministro dell’Istruzione. Per i deputati Elisabetta Piccolotti e Marco Grimaldi il rischio è di "trasformare l’istruzione in un mercato" e che "i dati sensibili di studenti e genitori vengano utilizzati per operazioni di profilazione a fini pubblicitari".

Giuseppe Valditara ha definito "inaccettabile" e "impropria" la presenza di giochi elettronici e pubblicità su uno strumento scolastico annunciando l’avvio da parte del ministero di "un’analisi per la valutazione dei costi benefici in termini di efficienza e di impatto economico sull’eventuale adozione di un software unico a livello nazionale per i registri elettronici". Per ora, intanto, Spaggiari ha deciso di sospendere i servizi della sezione ‘MyTools’ "fino a quando i singoli istituti scolastici non avranno consapevolmente rivisto il proprio consenso".

Assoscuola, associazione delle aziende che forniscono alle scuole italiane il 70% dei registri elettronici, "condanna fermamente l’utilizzo di strumenti didattici come canali pubblicitari o equivalenti nella promozione di servizi di terzi, per di più a pagamento" e – evidenziando i legami tra il Gruppo Spaggiari e l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola attraverso la società Italiascuola.it – precisa che il Gruppo Spaggiari, dal 24 novembre 2021 non fa più parte dell’associazione in quanto "non ha sottoscritto il Codice Etico" che vieta "qualsiasi forma di conflitto di interesse".

"Sul registro elettronico non deve esserci pubblicità. Punto. La sospensione del servizio fa pensare che verrà reintrodotta dopo" afferma il presidente di Dirigenti Scuola, Attilio Fratta, lamentando "l’assenza di una presa di posizione netta da parte del collega dell’Anp Antonello Giannelli". Pur dicendosi favorevole all’ipotesi di un registro unico nazionale Fratta si mostra scettico: "C’è già chi invoca l’autonomia delle scuole senza contare le pressioni delle aziende che vendono questo prodotto. Ma se Valditara si è messo in mente di farlo lo farà, nonostante le critiche".