Venerdì 8 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Protesta dei trattori, attesi in migliaia a Roma. Dai Cobas ai forconi: chi sono i manifestanti

Oggi due cortei di mezzi agricoli supereranno il Grande Raccordo anulare. Oltre 7mila veicoli e 15mila agricoltori in movimento verso la Capitale. "Chiediamo venga riconosciuto il valore del nostro lavoro nei campi"

Roma, 4 febbraio 2024 – A Roma, a Roma. Il movimento dei trattori – un movimento multiforme e indipendente da organizzazioni agricole classiche come Coldiretti e Cia – è una galassia che raccoglie lo scontento di base molto sottovalutato dalle associazioni di categoria, ma ha anche membri ex Cobas agricoli e movimento dei Forconi, oltre che degli allevatori, in particolare padani e sardi.

La protesta dei trattori in Duomo a Milano
La protesta dei trattori in Duomo a Milano

Dopo aver lavorato nella mobilitazione locale, le due sue anime maggiori hanno adesso deciso, dopo due settimane di proteste, di puntare su Roma. "Da lunedì (oggi per chi legge) – dice il piombinese Salvatore Fais, uno dei cofondatori del movimento Coordinamento riscatto agricolo’, uno dei due principali, motore delle proteste di Orte, Valdichiana, Navacchio (Pisa), e in Sardegna e nella Lombardia – creeremo un presidio fisso in via Nomentana 111 a Roma, giusto dentro il Grande raccordo anulare, e poi faremo affluire tutti gli agricoltori dei 14 nostri presidi. Venerdì vogliamo manifestare tutti assieme a Roma. Lavoreremo con la questura per avere l’autorizzazione al corteo dei nostri trattori. E sarà un corteo che potrà contare fino a 7000 trattori e 15 mila agricoltori. O ci ascoltano adesso o mai più".

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Sempre oggi si muoverà verso la capitale anche la seconda anima della protesta, quella dei Comitati riuniti agricoli/agricoltori traditi, i Cra, guidato da quel Danilo Calvani che fu tra gli animatori, nel 2013, della protesta dei Forconi ed è fortemente critico con Coldiretti: i suoi fanno sapere che oggi sarà installato un presidio al chilometro 29.1 della via Aurelia, nella zona di Torre in Pietra, alle porte di Roma. "Domani sera (oggi, ndr) – ha annunciato Calvani – daremo la data della protesta che si farà certamente anche se il luogo è da concordare con le forze dell’ordine. Posso dire che non si esaurirà in un giorno: la data non sarà ‘il’, ma ‘dal’, a Roma".

Un terzo gruppo della galassia è quello della sigla Uniti si vince coordinata da Giorgio Bissoli, che nei giorni scorsi ha avuto un incontro con il ministro Lollobrigida a margine di Fieragricola a Verona e che si è avvicinato al Coordinamento riscatto agricolo. Complessivamente, nelle sue tre anime, quello dei trattori è sostanzialmente un movimento basato su una grande insoddisfazione comune agli agricoltori italiani, un movimento di base, frammentato, non facilmente orientabile.

Intanto 500 trattori hanno raggiunto il centro di Pavia, tra clacson, sirene e bandiere tricolori. A Milano, una decina di agricoltori ha raggiunto Piazza Duomo con una mucca e un vitello, scandendo slogan e suonando fischietti, fra turisti e milanesi incuriositi. Molto attivi anche il presidio di Orte e quello a Cagliari.

Tra le rivendicazioni non ci sono solo l’eliminazione delle condizialità previste dal Green deal, come la messa a riposo del 4% dei terreni o la rotazione delle coltivazioni, ma anche i temuti tagli del 50% al 2030 dell’uso dei fitofarmaci voluto da Bruxelles, e la richiesta di ma una barriera ai prodotti agricoli che vengono da fuori dall’Unione senza rispettare le regole dell’Unione (e quindi, sottocosto rispetto i nostri anche se meno sani e meno equi). E poi gli agricoltori chiedono anche la detassazone Irpef e Imu, il mantenimento delle agevolazioni per il carburante agricolo, l’eliminazione dell’Iva su alcuni prodotti alimentari primari, e anche un bilanciamento della catena di valore. "Chiediamo con forza – si legge nel documento programmatico del Coordinamento riscatto agricolo – che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo". E questoè il punto.

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“L’incendio che divampa in Europa – osserva la direttrice di Slow Food Italia, Serena Milano – è frutto di decenni nei quali la politica ha trascurato l’agricoltura. I contadini non possono pagare il conto della pur sacrosanta transizione ecologica. Ed è paradossale che gli ingenti sussidi della Politica agricola europea, la Pac, vadano per l’80% alle grandi aziende e premino l’agricoltura intensiva". Serve un cambio di passo a favore delle piccole aziende, che sono la maggioranza e producono prodotti di qualità. Ed è questo che la galassia dei trattori proverà a chiedere al governo. Andando a Roma.

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