Sabato 11 Gennaio 2025
MARCELLA COCCHI
Cronaca

Profitti o costi (per tutti). BlackRock e la fuga dalla finanza climatica

La nuova amministrazione Usa e la retromarcia sull’ambiente

Incendi a Los Angeles, le rovine di Malibu (Ansa)

Incendi a Los Angeles, le rovine di Malibu (Ansa)

Roma, 11 gennaio 2025 – Che tempi, questi. Mentre Hollywood brucia “fuori stagione“, ironia della sorte una settimana prima dell’insediamento di un presidente Usa anti-transizione ecologica, alluvioni e incendi suggerirebbero di investire per frenare l’inquinamento, quindi l’aumento delle temperatura, quindi le catastrofi.

Invece no. Il più grande gestore patrimoniale al mondo, BlackRock, ha abbandonato l’alleanza globale di società che lavorano per raggiungere la neutralità carbonica, la Net Zero Asset Managers Initiative lanciata nel 2021. A luglio contava più di 325 membri, per un totale di 57,5 trilioni di dollari in asset di gestione. Secondo il sito web del programma, sei colossi hanno detto “bye-bye”: Goldman Sachs, Wells Fargo, Citi, Bank of America, Morgan Stanley e JPMorgan. Non proprio attori ininfluenti a livello globale.

Con Trump, scommettere sul green sarà meno redditizio. BlackRock si adegua. Il segnale è chiaro, almeno quanto quello di Zuckerberg che, dopo anni di retorica anti fake-news, si è allineato a Musk e alla retromarcia sulla verifica dei fatti sui suoi social (per ora solo in America).

Affari. Ma quali, miopi, affari? C’è chi ha calcolato che se la de-carbonizzazione costerebbe 6mila miliardi di dollari al 2050, i costi dell’inazione sarebbero di 40mila miliardi, dunque molto più alti (fonte IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Il direttore scientifico del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti climatici, Giulio Boccaletti, ricorda nel suo libro “Siccità” che i peggiori eventi estremi colpiranno soprattutto la nostra regione mediterranea, l’Italia più degli altri Paesi. E allora, scrive Boccaletti, l’allergia alle "invocazioni da fine del mondo è inutile"; senza porre un limite all’aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas come l’anidride carbonica i ghiacciai, ad esempio quelli della Groenlandia desiderata da Trump per le terre rare, "collasseranno". E "il livello del mare si innalzerebbe abbastanza da sommergere la Pianura padana fino a Piacenza".

Del resto l’Emilia Romagna, in particolare, ne sa qualcosa dei morti e dei quasi 10 miliardi di danni da alluvioni. Troppa acqua. E troppo fuoco. Sebbene stavolta l’origine del rogo sembri dovuta a un guasto delle rete elettrica, la lontana Los Angeles è tuttora in fiamme anche a causa dei venti caldi e della scarsità di acqua. Qui da noi Potenza è senz’acqua, nel 2022 abbiamo visto un semicingolato della seconda guerra mondiale riaffiorare dalle secche del Po, l’Adamello è il simbolo negativo dell’anno (più caldo di sempre) per il ritiro di 3 metri di ghiaccio. Non c’è proprio nulla di lontano, in questa “nuova normalità“.

Lo scrittore americano Stephen Markley ci ha messo 6 anni a scrivere Diluvio ed è profetico: descrive la città degli Angeli a fuoco. Immagina la prossima America politica e climatica. Inventa che sarà una presidente, donna e repubblicana, la prima a credere in una legge per la de-carbonizzazione ma... non spoileriamo. Descrive la sinistra come buona solo a scendere in piazza con cartelli green "carini" più che a incidere sull’economia. E la letteratura sembra stemperarsi nel reale.