Ci vorranno alcuni mesi, probabilmente cinque al massimo, prima di sapere se il procedimento che vede accusata, tra gli altri, Daniela Santanchè (nella foto) di truffa aggravata ai danni dell’Inps, potrà proseguire a Milano con l’udienza preliminare, rinviata a fine marzo, e con la decisione sul rinvio a giudizio o meno. Oppure se gli atti dovranno passare a Roma e in quel caso si tornerà indietro alla fase prima della chiusura indagini e dell’esercizio dell’azione penale da parte dei pm. E serviranno, poi, altri mesi ancora prima di arrivare eventualmente davanti a un gup.
La mossa della difesa della ministra del Turismo, col legale Nicolò Pelanda, nella scorsa udienza del 9 ottobre ha portato ieri la gup milanese Tiziana Gueli a decidere, anche sulla base di norme della riforma Cartabia, di rivolgersi alla Cassazione, che dovrà stabilire se la competenze territoriale a giudicare sia in capo ai magistrati del capoluogo lombardo o a quelli della Capitale.
"Hanno deciso di mandare alla Cassazione e quindi forse non avrebbe nemmeno dovuto cominciare a Milano", ha commentato la ministra parlando del procedimento. E ha aggiunto: "Io ho rispetto della magistratura, quello che mi dispiace è che una piccola parte della magistratura fortemente politicizzata vada a discapito della maggioranza dei magistrati che fanno con dedizione e passione il proprio lavoro".