Mercoledì 20 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Processo Open Arms, la legale di Salvini: “Colpa della ong se i migranti non sbarcarono”

L’arringa di Giulia Bongiorno: “La nave bighellonò invece di andare in Spagna”. Poi “l’Italia si è messa in ginocchio, sarebbe bastata una mail. A bordo tutti felici perché era caduto il ministro”. Assegnata la scorta ai pm che hanno chiesto la condanna del vicepremier. La Lega in piazza a Palermo per sostenerlo, anche Giorgetti, Calderoli e Valditara

Palermo, 18 ottobre 2024 – "Assolvete Salvini perché il fatto non sussiste”: è la richiesta formulata dalla difesa del vicepremier, imputato per sequestro di persona nel processo Open Arms. Oggi nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo l’udienza era dedicata all’arringa di Giulia Bongiorno, senatrice leghista e legale di Salvini, ministro dell’Interno all’epoca dei fatti, accusato di aver impedito lo sbarco dei migranti dalla nave dell’ong spagnola. Intanto i pubblici ministeri, che qualche settimana fa nella stessa aula di tribunale hanno chiesto la condanna a sei anni del ministro, sono stati messi sotto scorta dopo la valanga di insulti e minacce subiti via social. La sentenza sarà emessa il 20 dicembre, giorno fissato per le eventuali repliche e la decisione. 

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Matteo Salvini entra nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli di Palermo (Ansa)

L’arringa di Giulia Bongiorno

“Open Arms bighellonò invece di andare in Spagna”

Secondo la ricostruzione della difesa, la responsabilità del ritardato sbarco è imputabile solo a Open Arms. "Nell'agosto del 2019 il ministro Salvini stava combattendo una battaglia, ma certamente non contro i migranti che sono stati assistiti e tutelati. Una battaglia contro chi confonde le pretese e i diritti – ha detto Bongiorno –. Ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso: non esiste il diritto di 'bighellonare' o di scegliere come, quando e dove fare sbarcare i migranti e quali; non esiste il diritto di ignorare offerta d'aiuto". La guardia costiera, ha aggiunto Bongiorno, "si è messa in ginocchio per avere una risposta da Open Arms sull'offerta di portare i migranti in Spagna. La stessa Spagna ha offerto aiuto a Open Arms ricevendo come unica risposta un 'buonanotte'".

“L’Italia si è messa in ginocchio, bastava una mail che attestasse in disagio a bordo”

Anche dopo ci sarebbe stato un “varco per chiudere positivamente questa vicenda", quando il “Mrcc (Civil Maritime Rescue Coordination Centre ndr)chiese a Open Arms di mandare dei moduli che attestassero il disagio a bordo (...). La richiesta viene girata a Oscar Camps (il fondatore della ong spagnola, ndr), ma l'Italia viene ignorata”. Ancora una volta “l’Italia si mette in ginocchio, vuole farli scendere tutti: 'scriveteci su un pezzetto di carta che sono in pericolo di vita', viene chiesto, 'e li facciamo scendere', ma nulla da fare. Chi teneva sotto sequestro allora i migranti?". C'è la prova, per Bongiorno, che "l'Italia il 15 agosto 2019 aveva dato la possibilità di sbarcare a tutti con una semplice parola: 'disagio', ma dal 16 in poi la ong ha alzato l'asticella e non ha più risposto, inviando piuttosto mail alla procura di Agrigento”. 

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Ma perché, si chiede l’avvocata, "se c'erano tutte queste opzioni, Open non li ha fatti sbarcare? La risposta è un video in cui alla fine di questa vicenda, il 20 agosto, si vede una esplosione di entusiasmo a bordo e chi commenta dice che non erano felici perché sbarcano, ma perché 'è caduto il ministro dell'Interno italiano’. Chi dice questo è Oscar Camps", il fondatore della ong spagnola.

“A bordo tutti felici perché era caduto Salvini”

"Reputo  – chiosa Bongiorno – che ci siano state delle pagine nere, specie quando l'Italia, in ginocchio, chiede indicazioni a Open e Open rifiuta. Oppure quando Open risponde 'buonanotte' alla Spagna. Una buonanotte sarcastica, Open non risponderà mai. La terza pagina che reputo nera - ha sottolineato –  non è una pagina ma il video che ho ricordato. 

"Conte era d’accordo con Salvini”

Bongiorno ha chiamato in causa anche il ruolo di Giuseppe Conte, all’epoca premier, citando le lettere scritte a Salvini il 14 agosto e al Corriere della Sera il 15 agosto. In quella fase politica si “lanciavano messaggi, pizzini d'amore. Non è vero affatto che Conte volesse fare scendere tutti i migranti. Se c'è un elemento che che prova quelle lettere è che sui migranti c'era una identità di vedute tra Conte e Salvini". 

La Lega in piazza a Palermo, anche Giorgetti

Prima dell’udienza stamani in piazza Politeama a Palermo è andata in scena la manifestazione a sostegno di Salvini a cui hanno partecipato anche i colleghi Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli. Con loro una nutrita schiera di parlamentari della Lega, che hanno indossato una maglia recante la scritta: "Colpevole di aver difeso l'Italia, io sto con Salvini". In piazza un amplificatore rilanciava la voce di Giulia Bongiorno, mentre teneva la sua arringa davanti ai giudici. 

Open Arms: “Non ci siamo mai arresi”

“Noi siamo sereni – ha commentato Oscar Camps in un video pubblicato sui canali social, dopo l'udienza a Palermo –. La Procura ha le nostre dichiarazioni e la sua ricostruzione corrisponde pienamente a quanto abbiamo sempre sostenuto”. In questi 5 anni “non ci siamo mai arresi. Abbiamo lottato per ristabilire la verità, costituendoci parte civile e chiedere il rispetto dei diritti umani. Nel frattempo, continuiamo a vedere politiche migratorie gestite in modo emotivo, come il tentativo di deportare migranti in Albania, fermato dalla giustizia”. 

E’ parte civile nel processo anche l’organizzazione di monitoraggio delle acque Mediterranea Saving  Humans. “Noi non abbiamo mai incitato al carcere per Matteo Salvini, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo per nessuno –ha detto Laura Marmorale, presidente  di MSH – Al contrario di Salvini che invece non si è mai stancato di chiedere il carcere per noi. “Salvini è uno che passerà alla storia per quello che ha fatto a persone innocenti. Noi invece, non passeremo da suoi complici, questo è sicuro. Non saremo quelli che si sono girati dall'altra parte”.