Venerdì 22 Novembre 2024
ANNA GIORGI e GABRIELE MORONI
Cronaca

Strage di Erba, il nuovo processo: anche dalla Sardegna per vedere Olindo e Rosa

Brescia, prima udienza per la richiesta di revisione dell’ergastolo ai due coniugi. Strade chiuse e pass per entrare in aula

La coda per il processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi

La coda per il processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi

Brescia, 2 marzo 2024 – La circolazione in via Lattanzio Gambara è bloccata nei due sensi di marcia dai vigili urbani. Piove con tenace insistenza da due giorni, ma davanti al Palazzo di giustizia di Brescia si allunga una coda senza fine, protetta da una selva di ombrelli. Molti che hanno seguito la vicenda e sperano nell’emozione di vedere Olindo Romano e Rosa Bazzi, divoratori di vicende di cronaca, semplici appassionati e studenti. C’è chi per conquistare il pass riservato ai ’’cittadini’, gli unici ammessi in aula, ha preso posizione alle sei del mattino e spera di vedere premiata la levataccia e l’attesa con il rettangolino verde del pass che darà il diritto di entrare nell’aula della Corte d’appello. Uno arriva addirittura da Sassari. Alla fine quelli ammessi sono 45 e non di più. Tutti gli altri rimangono fuori, umidi e delusi. Quando dall’ingresso annunciano "fra due ore potrebbe esserci un cambio e allora entrerete anche voi", dalla moltitudine fradicia si alza un brusio di incredulità: nessuno crede al turnover. "Sono diciassette anni – dice una signora impellicciata – che seguo questa vicenda".

Un giornalista, quello di una delle venti troupe presenti, sguaina il microfono e butta lì: "E che idea si è fatta?". "Nessuna", è la risposta raggelante come l’acqua che non smette di cadere. Tranchant il parere di un’altra: "Per questi due l’ergastolo è anche troppo poco. Non hanno avuto pietà neppure di quel povero bambino", dice commuovendosi al ricordo di Youssef, il più piccolo delle vittime della strage di Erba. Un universitario di Giurisprudenza offre un parere articolato: "È giusto essere qui. Questo è un caso che farà scuola, forse l’ha già fatta. Sarà interessante vedere accusa e difesa confrontarsi. Per me rimane un processo indiziario, nonostante le confessioni che poi gli imputati hanno ritrattato".

Paola Goldoni è un avvocato del Foro di Mantova: "Sono molto appassionata al tema della testimonianza nel processo penale, alle metodologie e alle tecniche di esame e di interrogatorio che si devono utilizzare perché i testi non vengano suggestionati, specie se minori. Non conosco il processo nella sua interezza, ma se la confessione di Romano e Bazzi e la testimonianza di Frigerio hnno avuto più peso di altri elementi sulla loro condanna, allora per me vanno assolti". Un ingresso è riservato ai giornalisti accreditati, una sessantina. Un’altra aula è stata messa a disposizione per le dirette televisive. Un’altra ancora è stata dedicata alla registrazione del segnale trasmesso in continuazione dall’aula.

Carabinieri e polizia presidiano l’ingresso della sala del dibattimento. Vietato anche solo sostare davanti. Vietatissime foto e riprese all’interno, pena l’espulsione dal Palazzo. I furgoni cellulari che hanno prelevato Olindo nel carcere di Opera e la moglie in quello di Bollate entrano direttamente nel tribunale, beffando fotografi e operatori appostati sul cavalcavia che sovrasta via Gambara nella speranza di fissare la loro rapida discesa. L’udienza doveva cominciare alle 9, ma l’attesa si prolunga: La coppia Romano, per bocca dei suoi legali, ha comunicato che non intende essere ripresa. È stata necessaria una camera di consiglio per l’ordinanza che formalizza la volontà degli imputati e ritarda di quasi un’ora l’inizio dell’udienza. Si riprende il 16 aprile. All’esterno una sorta di muraglia umana è in attesa dei difensori degli ergastolani e immediatamente li circonda, fagocitadoli. E naturalmente piove.