Firenze, 10 marzo 2025 – I 34 faldoni del processo “compagni di merende” hanno lasciato nei giorni scorsi gli archivi del palazzo di giustizia di Firenze. Il corposo carico, contenente tutti gli atti confluiti nel cosiddetto filone “mostro bis” hanno raggiunto Genova, dove i giudici della corte d’appello sono chiamati a valutare la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo di Mario Vanni. A presentare l’istanza, su incarico del nipote del postino di San Casciano, Paolo Vanni, sono stati gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti.

L’istanza dei due legali, circa 400 pagine con alcune integrazioni, ha superato il vaglio della “non manifesta infondatezza” e il prossimo 9 maggio verrà presentata nel corso di un’udienza in camera di consiglio a cui prenderà parte anche la procura generale del capoluogo ligure e, oltre ovviamente ai giudici della terza sezione penale. Che, per non farsi trovare impreparati a questo appuntamento hanno appunto iniziato a studiare le carte giunte da Firenze.
La richiesta dei legali del nipote di Vanni s’incentra su una nuova consulenza di entomologia forense che anticipa di due giorni la data dell’ultimo della serie di delitti firmati da una calibro 22, quello avvenuto a Scopeti nel settembre del 1985.
Chiamandosi in correità per quello e altri duplici omicidi, Giancarlo Lotti riferì di aver visto Pietro Pacciani e Vanni attaccare la canadesi dove si trovavano Nadine Mauriot e il fidanzato Jean Michel Kraveichvili nella sera di domenica 8 settembre, la notte prima del ritrovamento dei cadaveri.
Ma la consulenza sulle larve di “lucilia“ presenti nelle foto dei cadaveri, firmata dalla dottoressa Fabiola Giusti e dal professor Stefano Vanin, afferma che gli insetti avevano raggiunto “il terzo stadio” di sviluppo, circostanza che secondo il pool di esperti impone la retrodatazione della morte dei due francesi alla notte tra venerdì 6 e sabato 7 settembre “con inizio della colonizzazione da parte dei ditteri la mattina di sabato 7 settembre 1985”. Per i legali, questa rientra nel novero delle “nuove prove” previste dalla Cassazione per l’accesso all’istituto straordinario della revisione. Straordinario, appunto, e per tanto impresa tutt’altro che scontata e già fallita una ventina di anni fa. Quando però la scienza dell’entomologia non aveva raggiunto il livello attuale.