Mercoledì 16 Ottobre 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Lavinia Limido e l’assedio dell’ex marito, le telefonate: “Vengo col martello e ti spacco la faccia”

Il processo all’ex avvocato accusato di aver ucciso il suocero e ferito la moglie: in aula la donna ripercorre la sua odissea, fino all’aggressione dello scorso 6 maggio

Varese, 16 ottobre 2024 – "Sapevo che l'epilogo sarebbe stato questo, che sarebbe stata la morte di qualcuno. Credevo che sarebbe stata la mia. Quel giorno ho pensato: 'È la mia ora. Mi rassegno. Lo faccio per mio figlio'. Mio padre mi ha salvata".

Lavinia Limido (Blitz)
Lavinia Limido (Blitz)

Lavinia Limido porta sul viso i segni delle coltellate inferte dall'ex marito il terribile pomeriggio dello scorso 6 maggio, in via Menotti nel rione Casbeno, a Varese. Marco Manfrinati, quarantenne ex marito ed ex avvocato, la ferì in modo gravissimo e colpì con venti coltellate, di cui una mortale, il padre della donna, Fabio Limido, intervenuto in sua difesa.

L’udienza

Fabio Limido
Fabio Limido

L'accompagna la madre, Marta Criscuolo. È la seconda udienza in tribunale a Varese, a carico di Manfrinati per gli atti persecutori ai danni di Lavinia e dei suoi genitori.

All'inizio del dibattimento, l'avvocato Fabio Ambrosetti, legale di parte civile per i Limido, deposita una cartolina che Manfrinati ha spedito lo scorso 10 settembre alla mamma di Lavinia. L'illustrazione è quella dell'altare tridentino di un culto cattolico tradizionalista a cui l'uomo avrebbe aderito. "Sentitissime condoglianze - è il messaggio giunto dal carcere di Busto Arsizio - per la dipartita di quel brav’uomo quattro mesi fa. Ora sarà sicuramente tra gli angioletti. Sinceramente. Marco".

La testimonianza

"Lo stalking continua", è stato il commento della ex moglie con i cronisti. Per oltre tre ore Lavinia Limido risponde alle domande del pm Maria Claudia Contini, del suo legale, dell'avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Manfrinati.

Descrive due anni di paura che a volte è sfociata nel terrore, di violenze fisiche e verbali, minacce, insulti, danneggiamenti, di fughe e di infiniti accorgimenti da parte di Lavinia e dei suoi per difendersi, nascondersi, sottrarsi a una persecuzione quasi quotidiana. La felicità iniziale: "Pensavo che fosse l'uomo della mia vita, invece ...". Il rapporto con il marito si incrina dopo la nascita del figlio.

Le persecuzioni

In un primo momento Lavinia pensa che il marito sia insoddisfatto per ragioni di lavoro. Ma non è così. Minacce. Distruzioni di cose nell'abitazione. Controllo occhiuto anche sulle spese minute. La moglie umiliata, perché ha fallito l'esame da avvocato, perché i suoi guadagni sarebbero stati scarsi, fino a mettere in dubbio anche la sua capacità di essere mamma.

Marco Manfrinati (Archivio)
Marco Manfrinati (Archivio)

È il 2 luglio del 2022 quando Lavinia si mette alla guida della "500" e fugge dai genitori portando con sé il bambino. Ma non è sicura nemmeno a Varese. Il marito ha colpito suo padre con un pugno che l'ha atterrato facendogli sanguinare il naso. "Sapevo che mi avrebbe cercato anche in casa dei miei genitori".

La grande paura

Per una decina di giorni si rifugia da un'amica ad Appiano Gentile, dove vive in uno status di autoreclusione. Telefonate. Scampanellate. Mail. Messaggi. Whatsapp. Ci sono anche attacchi alla società di Fabio Limido. L'abitazione dei Limido si trasforma in una roccaforte.

"La sera - racconta Lavinia - ci trovavamo a parlare. Era il tema dominante. 'Oggi è passato. E domani?', ci chiedevamo. Non uscivamo mai soli. Io avevo una guardia del corpo. Ci eravamo dotati di spray al peperoncino. Avevamo un cane addestrato dall'esercito per la difesa. Prima di uscire controllavamo dal cancello, prima di entrare in auto nel giardino ci accertavamo che ci fossero le sicure e i finestrini fossero alzati. Facevamo il giro del circondario e guardavamo le telecamere. Mio padre ne aveva fatte installare quattro attorno alla casa. Lui, che non giocava a golf, girava con una mazza".

Il 3 gennaio del 2023 la prima denuncia. La sera di Natale (o in quella di Santo Stefano) Manfrinati ha danneggiato la rete in plexiglas della recinzione.

Audio terribili

Vengono fatte ascoltare in aula i file audio di due conversazioni fra i coniugi, nel mese di giugno del 2023, per la frequentazione del figlio. Si sente la voce di Marco Manfrinati: "Io vado oltre. Non mi fermo. Vado oltre finché non ho quello che voglio. Sto difendendo mio figlio con le unghie e con i denti e se è il caso con la violenza. Ti assicuro che non è bello avermi alle calcagna". E ancora: "Vengo a Varese, ho un martello, ti spacco la faccia a te e al tuo avvocato, vi apro la gola".