Tempio Pausania, 8 novembre 2023 – E’ proseguita con l’esame della difesa l’audizione della ragazza che ha denunciato il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e tre suoi amici (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria) per violenza sessuale di gruppo. Ieri in tribunale a Tempio Pausania, la 23enne italo norvegese ha risposto alle domande del procuratore, ripercorrendo le vicende della notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 che lei e un’amica passarono nella villetta a Porto Cervo di proprietà di Beppe Grillo. Vicende che sono oggetto del processo in corso. La testimonianza di ieri sarebbe stata drammatica – lo riportano fonti legali, visto che l’udienza è a porte chiuse –. La teste ha raccontato i passaggi del presunto stupro, raccontando di essere stata costretta a bere superalcolici dagli imputati.
"Anche oggi la nostra assistita ha attraversato un mare di ricordi e di sofferenze ricostruendo in modo puntuale le violenze subite", riferisce Giulia Bongiorno alla fine dell'udienza odierna. Anche oggi come ieri la giovane sarebbe più volte scoppiata a piangere, tanto che il presidente della giuria ha deciso per una sospensione della sua deposizione. Per Bongiorno, la ragazza è stata “messa sul banco degli imputati” dagli avvocati difensori dei 4 ragazzi, secondo un fenomeno chiamato “vittimizzazione secondaria”, ovvero una colpevolizzazione della vittima. In particolare quando le è stato chiesto del suo abbigliamento all’epoca dei fatti.
“Mi scusi, ma in una violenza sessuale in cui una sostiene di essere stata spogliata, un avvocato può esimersi dal chiedere come fosse vestita? – replica l'avvocata Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia, uno degli imputati – Le è stato chiesto come fosse vestita solo per poterle fare vedere le foto e confermare che il vestito che indossava quella sera era quello. Ma era tranquillissima. E ha dato anche dettagli non richiesti sui dettagli dei vestiti”. L’outfit è “un elemento chiave in un processo per stupro per capire come sono venuti via gli abiti dal corpo. Un vestito è diverso da una maglietta o da pantaloni lunghi”, aggiunge Gennaro Velle, altro avvocato di Corsiglia. Cuccureddu fa anche notare come le difese abbiano dato consenso preventivo all’acquisizione di video e trascrizioni delle deposizioni della ragazza in fase di indagini. “Avremmo evitato di fare ore e ore di contestazioni – interviene Velle – che servono quando la teste dice cose diverse da quelle riferite durante le indagini preliminari. Avremmo così risparmiato fatica, tempo e sofferenza. Ma la parte civile ha voluto un esame ordinario”. Cuccureddu conclude: "E' stata poi la ragazza a dire che voleva rispondere a tutte le domande".
Nelle prossime udienze i legali degli imputati vorrebbero mostrare il video che contiene le immagini degli atti sessuali, girato dagli imputati e agli atti del processo. La presunta vittima “non ha mai voluto vedere quel filmato – precisa Bongiorno che dice di aver proposto alla ragazza di vederlo insieme, ma lei “non ha mai voluto saperne. Non so cosa succederà se sarà proiettato in aula”. Secondo la difesa, la giovane al momento dei fatti era consenziente.