Sabato 27 Luglio 2024

Processo Ciro Grillo, polemica sulle domande intime nel controesame fiume. “Da piegata come le hanno tolto gli slip?”. Minacce social all’avvocata della difesa

La ragazza che accusa il figlio del fondatore del M5S ha risposto per quasi 10 ore a domande particolarmente dettagliate sul presunto stupro di gruppo. “Perché non ha reagito con i denti durante il rapporto orale?”, le ha chiesto il legale di uno degli imputati. Critiche per la vittimizzazione secondaria. Il legale: “Pressione sul tribunale”

Ciro Grillo (Ansa)

Ciro Grillo (Ansa)

Tempio Pausania, 14 dicembre 2023 – E’ stato un controesame fiume quello della principale accusatrice di Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s, e di suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Vincenzo Corsiglia. Un passaggio obbligato del processo, ma un incubo per una donna che ha denunciato una presunta violenza sessuale ed è costretta a rivivere in un'aula di tribunale, seppure a porte chiuse, quei momenti, fin nei più scabrosi dettagli, incalzata dalle domande della difesa. 'Silvia' (nome di fantasia) con la memoria è dovuta tornare a quella notte fra il 16 e 17 luglio 2019 in Costa Smeralda più e più volte nelle ultime quattro udienze, inclusa quella di oggi, finita nel pomeriggio. E dovrà farlo anche il 31 gennaio e il 1 febbraio prossimi, quando ormai saranno passati quattro anni e mezzo dall'incontro coi quattro ragazzi genovesi al 'Billionaire' di Porto Cervo e dalla notte trascorsa in una casa del Pevero in uso alla famiglia Grillo dove sarebbero avvenuti gli abusi contestati.

Il controinterrogatorio dei legali della difesa, cominciato con le domande di Antonella Cuccureddu, che con Gennaro Velle difende Corsiglia, non si è concluso oggi. Nel primo pomeriggio la legale, che fra ieri e oggi si è difesa dalle accuse di aver sottoposto la parte offesa a vittimizzazione secondaria ("non le ho chiesto nulla che non le fosse già stato chiesto"), avrebbe dovuto passare il testimone al collega Velle, ma poi l'udienza è stata aggiornata.

L'udienza si è conclusa poco prima delle 15.30, quindi, in netto anticipo rispetto alle precedenti, date anche le condizioni di estrema stanchezza della teste, che tra ieri e oggi ha risposto alle domande per quasi dieci ore. Non sono stati proiettati in aula alcuni spezzoni del video girato quella notte, agli atti del processo, e che la difesa potrebbe chiedere di mostrare durante il controesame, a sostegno della tesi della consensualità dei rapporti.

Le domande choc rivolte alla presunta vittima

Ieri la ragazza, che oggi ha 23 anni, ha risposto per più di 5 ore alle domande dell'avvocata Cuccureddu, e ci sono state molte polemiche per le domande ‘troppo intime’ poste dalla legale di Corsiglia alla giovane.

Domande come: "Ma se aveva le gambe piegate, come ha fatto a toglierle i pantaloni?". Oppure: "Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?". E ancora: "Perché non ha reagito con i denti durante il rapporto orale?". E tante altre.

"E' stato un interrogatorio da Medioevo", ha detto alla fine dell'udienza l'avvocato Dario Romano, legale di parte civile della giovane, che difende con l'avvocata Giulia Bongiorno, ieri assente per impegni istituzionali al Senato. Domande molto intime, con riferimenti particolari a posizioni, che alla fine dell'udienza hanno portato la giovane a dire: "Mi sento svuotata, sono esausta, mi viene da vomitare", prima di lasciare il Palazzo di giustizia di Tempio Pausania, in Sardegna.

La replica della difesa: “Nessuna vittimizzazione secondaria”

L'avvocata Cuccureddu, all'uscita, ieri sera, ha ribadito con i cronisti che non erano domande intime. Anzi, ha rilanciato: "Nei processi si ricostruiscono i fatti. Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c'è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale".

Alla domanda dei cronisti se in questo modo non c'è il pericolo di una vittimizzazione secondaria della ragazza, l'avvocata ha replicato seccamente: "Il concetto di vittimizzazione parte da un presupposto, che ci sia una vittima - ha detto - Il processo si fa per accertare se c'è una vittima. Dopo di che il processo si fa per accertare i fatti che sono sequenze di condotte che si realizzano in un luogo e in un tempo. Si deve chiedere cosa è accaduto, segmento per segmento". 

Minacce social 

La stessa avvocata ha riferito di essere stata bersaglio di minacce social dopo le polemiche sulle domande rivolte alla giovane. “Il presidente e pubblico ministero mi hanno pubblicamente manifestato la loro più piena e totale solidarietà invitandomi a denunciare le minacce che sto ricevendo in queste ore sui profili social”, ha detto Cuccureddu. 

Prima dell’avvio dell’udienza di oggi, il legale aveva dichiarato: “Farò presente al tribunale cosa sta succedendo in questo processo: qual è la pressione che stiamo subendo tutti perché sono state stigmatizzate domande sul fatto, e non sui sentimenti, fatte dal tribunale. È una pressione sul tribunale”.

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