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Un trapianto (Ansa)
Palermo, 22 agosto 2020 - Per la prima volta in Italia un trapianto di utero. L'eccezionale operazione chirurgica è stata eseguita al Centro Trapianti del Policlinico di Catania, in collaborazione con l'Azienda ospedaliera Cannizzaro. Un traguardo raggiunto per merito dell'equipe composta dai professori Pierfrancesco e Massimiliano Veroux, Paolo Scollo e Giuseppe Scibilia, che ha effettuato il delicato intervento su una donna di 30 anni alla quale è stato trapiantato l'organo. La paziente siciliana è in buone condizioni di salute fanno sapere dal policlinico.
"Un evento storico" per l'Italia, scrive il Centro Nazionale Trapianti (Cnt). Un intervento realizzato sulla base di un protocollo approvato dal Cnt nel giugno 2018. La paziente è una donna nata priva di utero a causa della rara malattia congenita chiamata sindrome di Rokitansky. A donare l'organo è stata una 37enne toscana, deceduta per un arresto cardiaco improvviso, che aveva espresso il consenso alla donazione al rinnovo della carta d'identità.
Entusiasta il commento di Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia: "E' un motivo di grande orgoglio per la sanità di tutto il nostro Paese. La testimonianza stessa di un miracolo 'umano' che restituisce vita grazie al gesto di estrema generosità di una donatrice. Ai medici e a tutti i professionisti impegnati in questa impresa, i complimenti ed il ringraziamento di tutto il governo regionale e del popolo siciliano".
La donna sta bene, ma ci vorranno alcuni giorni per poter stabilire se l'intervento è effettivamente riuscito, chiarisce in una nota il Centro Nazionale Trapianti: "In questo momento le condizioni della paziente sono buone e vengono strettamente monitorate. - scrive il Cnt - Sarà necessario attendere alcuni giorni per una valutazione effettiva della piena riuscita del trapianto".
L'obiettvo finale del trapianto, aggiunge il Cnt, è ottenere una gravidanza della paziente trapiantata. Il primo passo in questa direzione è appunto la riuscita del trapianto dell'organo da un punto di vista funzionale.
Quando sarà stabilizzato il quadro clinico, almeno un anno dopo l'intervento, quadro clinico, il protocollo sperimentale prevede l'avvio di un percorso di procreazione medicalmente assistita. Se la gravidanza procederà positivamente, si prevede di arriva al parto tramite il taglio cesareo.
Poi a nascita avvenuta, alla donna sarà rimosso l'utero chirurgicamente per evitare che la paziente debba essere ulteriormente sottoposta alla terapia immunosoppressiva necessaria a evitare il rigetto dell'organo.