Mercoledì 9 Ottobre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Il prete che sposa i gay: "Ho aiutato 691 coppie. E ora ringrazio Francesco"

Don Franco Barbero è stato ridotto allo stato laicale nel 2003 dopo un lungo procedimento canonico

Don Franco Barbero

Don Franco Barbero

Roma, 8 ottobre 2023 – Non solo e non tanto una benedizione, ma un vero e proprio matrimonio. Anzi, 691 matrimoni di coppie omosessuali. Tanti ne ha celebrati don Franco Barbero dal 1964, sebbene per la Chiesa cattolica si tratti di nozze invalide. Non che lui non lo sapesse, tutt’altro. Classe 1939, originario di Pinerolo, ha tirato dritto fino a quando, per l’approccio alla pastorale nei confronti di gay e lesbiche, nel 2003 ci ha rimesso il posto. Dimesso dallo stato clericale dopo un lungo procedimento canonico. Papa era Giovanni Paolo II, titolare del dicastero giudicante Joseph Ratzinger, prefetto dell’ex Sant’Uffizio. Altri tempi, considerato che qualche giorno fa Francesco, rispondendo ai dubia dei cinque cardinali tradizionalisti, non ha chiuso del tutto la porta (anzi) alla benedizione delle coppie omosex.

Don Barbero, magari oggi non l’avrebbero spretato...

"Chissà, io sono fortemente grato al Papa per lo spiraglio aperto. Ne riconosco la buona fede, so che fa quel che può con quella schiera di lupi che l’attornia, ma sono molto addolorato anche per l’altra porta lasciata chiusa".

Si riferisce alla necessità di discernere di volta in volta le situazioni per evitare qualsiasi confusione tra tali benedizioni e il matrimonio cattolico, a ribadire che questo è solo tra un uomo e una donna?

"Esatto, manca il riconoscimento della parità, dell’egualitarismo nell’amore fra omo ed eterosessuali. I primi non si accontentano di una caramellina data per non affrontare il tema nevralgico dell’uguaglianza".

Come ha fatto a celebrare così tanti matrimoni fra persone dello stesso sesso?

"In chiesa non si potevano compiere questi riti, così all’inizio dei ’70 ho trovato una stanzetta a Pinerolo dove ho istituito il primo nucleo di un gruppo per la pastorale con gay e lesbiche. Eravamo in sette".

E i vescovi che si sono succeduti a Pinerolo come l’hanno presa?

"Mi hanno creato tante grane. Non osavano nemmeno pronunciare la parola ‘omosessuale’. Dicevano che frequentavo ’gente strana’".

Poi è arrivata la dimissione dallo stato clericale?

"La goccia che ha fatto traboccare il vaso si è avuta 25 anni fa, quando scrissi un libro in cui parlavo della stessa omosessualità come di un dono. Apriti cielo, sembrava avessi inneggiato al demonio. Comunque il processo canonico era già iniziato da tempo, ero sospettato per le mie posizioni sulla cristologia e la figura di Maria. Alcuni devoti di Međugorje hanno minacciato di farmi morire entro due settimane".

Quale è il matrimonio omosex che l’ha colpito di più fra quelli che ha celebrato?

"Le nozze tra due preti egiziani. Si sono amati e hanno continuato a svolgere il loro ministero, tenendo riservata l’unione, fino alla fine".

Che cosa risponde a chi dice che la Bibbia condanna l’omosessualità?

"Una lettura simile non si avvale del metodo storico-critico. Non colloca il testo nel suo contesto, in una cultura datata".