Vibo Valentia, 25 febbraio 2024 – Cercano di avvelenarlo versando candeggina nelle ampolline contenenti vino e acqua. Vittima dell’ennesima intimidazione è don Felice Palamara, parroco di San Nicola di Pannaconi, una frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia.
Tutta accade nel pomeriggio di sabato quando don Felice celebra la messa con gli esercizi spirituali "Via Matris" per una trentina di suoi fedeli. Al momento dell’offertorio, don Felice travasa acqua e vino dalle ampolle al calice, ma è raggiunto da un odore sgradevole. Capisce subito che quel liquido non è il vino che diventerà il ‘sangue di Cristo’ durante la consacrazione, ma un intruglio allungato con la candeggina.
La stessa fetida e micidiale miscela riempie l’ampollina dell’acqua. Don Felice si ferma, i fedeli lo vedono barcollare sull’altare perché i fumi della candeggina lo hanno raggiunto e lui – asmatico e cardiopatico – sta per avere una crisi respiratoria. Chiede scusa ai fedeli e, bianco in volto, interrompe la messa: "Non mi sento bene", dice ai parrocchiani che immaginano un malore dovuto agli acciacchi di cui il prete soffre da tempo. Il parroco lascia l’altare e va in sacrestia dove telefona alle forze dell’ordine per denunciare l’intimidazione.
I poliziotti arrivano nella canonica per raccogliere l’esposto, sentono i presenti e sequestrano in particolare le immagini di alcune telecamere per individuare chi nella mattinata è entrato in chiesa per manomettere le ampolline e avvelenare il parroco.
Il prete scrive su Facebook: "La mia vendetta si chiama amore, il mio scudo perdono, la mia armatura misericordia". Poi mentre la polizia dispone su di lui la vigilanza 24 ore su 24, scrive: "Qualsiasi cosa è stata fatta, per me è e rimane quel fratello solamente d’amare, anche se la giustizia dovrà fare il suo corso".
La candeggina è solo l’ultimo capitolo: in passato c’erano stati due danneggiamenti all’automobile, poi lettere di minacce. Prima di don Felice era toccato a don Francesco Pontoriero, parroco di Cessaniti. Sia don Felice che don Francesco avevano lanciato, nei mesi scorsi, appelli alla legalità e contro l’abbandono della popolazione.