di Elena G. Polidori
Chiusura totale fino all’Immacolata o coprifuoco dalle 18? Da un lato cresce il pressing sul governo per un nuovo lockdown, dall’altro sale il malcontento popolare per la chiusura: Napoli nella notte è stata teatro di guerriglia, con centinaia di manifestanti scesi in strada e bombe carta lanciate contro la sede della Regione. Tra chi aveva chiesto con più forza il lockdown, infatti, proprio il presidente della Campania, Vincenzo De Luca. Schierati per il lockdown anche 100 scienziati e docenti universitari, che hanno lanciato un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ma per il momento il premier continua a escludere un nuovo lockdown nazionale.
Dalle Regioni continuano però ad arrivare richieste per misure drastiche. "Serve un lockdown", invoca lo ’sceriffo’ De Luca: "I dati attuali rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale". E proprio tra le strade di Napoli e sul lungomare, in serata, si è scatenata la ribellione di centinaia di persone, molte delle quali incappucciate o con maschere dalle fattezze dello stesso governatore. Una sfida, tra l’altro, al coprifuoco già scattato in Campania. Lancio di oggetti contro le forze dell’ordine in assetto antisommossa davanti alla sede della Regione, tentativo di sfondare il cordone degli agenti, che hanno risposto alla sassaiola con i lacrimogeni. I ribelli anti lockdown hanno lanciato anche petardi, bombe carta, colpito alcuni militari. Nella folla: ultrà, ma anche commercianti e giovani. Una tensione altissima, finora mai vista a questi livelli nel nostro Paese, anche se – fino al momento in cui scriviamo – non si sono registrati feriti. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, poche ore prima aveva avvertito: "In Campania la situazione è fuori controllo. Il governo intervenga subito con misure adeguate sul piano sanitario, sociale ed economico".
Il premier ieri ha visto a Palazzo Chigi il commissario Domenico Arcuri, mentre i tecnici della presidenza del Consiglio stanno già lavorando a un nuovo Dpcm. "Sappiamo tutti che dobbiamo correre", spiegava ieri un ministro che lavora al dossier accanto al collega Roberto Speranza, sempre più convinto della necessità di irrigidire le regole. Negli ospedali siamo a un passo dal "raggiungimento di soglie critiche". L’ipotesi è di consentire l’uscita di casa soltanto per lavorare e andare a scuola. L’Istituto superiore di sanità nel suo report ha messo in evidenza come l’indice Rt sia allarmante e servano provvedimenti.
Qualcosa di forte di sicuro andrà fatto se pure 100 scienziati si sono mossi per chiedere misure drastiche nei prossimi 2 o 3 giorni per evitare in Italia centinaia di decessi al giorno per Covid-19. "Come scienziati – hanno scritto a Mattarella e Conte – siamo preoccupati", hanno scritto riferendosi alle stime diffuse dal fisico Giorgio Parisi, secondo le quali il raddoppio nei decessi che si sta osservando potrebbe portare in breve a 400-500 morti al giorno.