Il presidenzialismo? In fondo non è così urgente. L’autonomia invece sì, quella serve. "Soprattutto al sud". Matteo Salvini, il giorno dopo Pontida, dove ha riapprocciato il suo popolo sul ’sacro prato’, ma dove ha colto quel che lo aspetta dopo il 25 settembre se la Lega avrà risultati deludenti, ieri era a Crotone. E forte dell’insegnamento di San Paolo – per lui, cattolico, un must – di essere "greco con i greci e giudeo con i giudei", ecco che il leader del Carroccio ha blandito l’elettorato locale."L’autonomia premia chi governa bene, non toglie niente a nessuno – ha chiarito –, ma serve soprattutto al sud. Penso alla gestione dei beni culturali, dei musei, di tutto il patrimonio artistico e archeologico; la Calabria – ha scandito – potrebbe vivere di turismo, di bellezze, di arte e di cultura, ma spesso l’organizzazione dipende dallo Stato centrale".
Il ‘doge’ Luca Zaia nei giorni scorsi è stato sondato per la possibile successione del Capitano qualora la Lega dovesse andare male, ma il governatore veneto ha declinato. Però, intanto, si è formato un partito interno al Carroccio, quello dei duchi', che raggruppa tutti i governatori leghisti e che vedrebbe Massimiliano Fedriga alla sua testa. Per molti, l’uomo giusto per una successione che veda l’autonomia non solo come uno slogan elettorale, ma come qualcosa da concretizzare ben prima del presidenzialismo. Con tanti saluti a Giorgia Meloni, ovviamente.
Equilibrista la posizione di Forza Italia, da sempre grande fautrice del presidenzialismo. Eppure, Antonio Tajani anche ieri non ha chiuso a Salvini: "L’autonomia? Noi siamo favorevoli – ha detto – ma bisogna vedere come è attuata: non deve essere penalizzante per il sud".