Martedì 16 Luglio 2024
CESARE DE CARLO
Cronaca

Presidenti (o ex) nel mirino. Da Lincoln a Kennedy. Tutti gli assalti politici nel Paese delle pallottole

Quattro capi di Stato ammazzati in 250 anni di storia. Reagan e Roosevelt feriti. Il secondo emendamento della Costituzione blinda il diritto alle armi del popolo.

Presidenti (o ex) nel mirino. Da Lincoln a Kennedy. Tutti gli assalti politici nel Paese delle pallottole

Presidenti (o ex) nel mirino. Da Lincoln a Kennedy. Tutti gli assalti politici nel Paese delle pallottole

Non c’è posto in America per questo tipo di violenza, dice Joe Biden. Come no? Ce n’è anche troppa. Dalla sua nascita, 248 anni fa, quattro presidenti americani sono stati assassinati, tre sono rimasti feriti, una dozzina se la sono cavata per la cattiva mira degli attentatori o grazie a circostanze fortuite.

DIRITTO ALLE ARMI

Ma a non saperlo sembra solo Biden, che non ricorda quel che ogni storico sa, e cioè che l’America è nata con la pistola in mano e che il diritto di portare armi è il secondo emendamento della Costituzione, inattaccabile perché in Congresso una maggioranza di due terzi per l’abrogazione è impossibile da raggiungere. Dunque l’attentato a Donald Trump non è un caso isolato. Rientra nella violenza che ha accompagnato, promosso, moltiplicato la tumultuosa e impetuosa crescita di questa nazione. Anche e soprattutto in politica, quando – come accade a Trump – l’avversario viene demonizzato, definito un autoritario se non addirittura un fascista e se ne invoca l’eliminazione.

ASSASSINI E ASSASSINATI

Questo è il clima creato dal partito democratico. E in questo clima il fanatico, lo spostato disposto ad assassinare il presidente di turno viene fuori o viene trovato. Come John Wilkes Booth, che nel 1865 uccise Abraham Lincoln poco dopo la fine della guerra civile. Come Charles Guiteau che nel 1881 uccise James Garfield. Come Leon Czolgosz che nel 1901 uccise William McKinley. Come Lee Harvey Oswald, che nel 1963 uccise John F. Kennedy. I rapporti ufficiali parlarono di motivazioni personali: nel caso di Lincoln l’abolizione della schiavitù, nel caso di Garfield una mancata promozione ad ambasciatore, nel caso di McKinley la mancanza di lavoro, nel caso di Kennedy l’attacco a Cuba o una vendetta della mafia italo-americana che in realtà ce l’aveva con il fratello Robert. Anche Robert comunque venne ucciso cinque anni dopo. Era candidato alla presidenza.

SERVIZI SEGRETI

Vero? Non vero? Ricostruzioni di comodo? Analoghi gli interrogativi per i tre presidenti feriti in maniera non letale. Il primo fu Theodore Roosevelt nel 1912. A sparargli fu il proprietario di un saloon. Il secondo fu Ronald Reagan nel 1981. Gli sparò John Hinkley che – disse – voleva impressionare l’attrice Jody Foster di cui era innamorato. Il terzo è appunto Donald Trump. Sabato a sparargli è stato Thomas Matthew Crooks, vent’anni. Perché? Non lo sapremo mai. E perché i servizi segreti pur avendolo visto hanno aspettato i primi colpi prima di farlo fuori? Anche a lui come all’assassino di Kennedy è stata chiusa la bocca. Per sempre. Sembra di rileggere il copione dei complotti. Lo sparatore di papa Wojtyla non fu uno di sinistra, ma uno di destra. Più tardi si appurò che l’ordine di ucciderlo venne dai servizi segreti bulgari su mandato del KGB sovietico.

UN PREDESTINATO

Il papa polacco sopravvisse. Anche Reagan sopravvisse. L’uno e l’altro affrettarono il crollo del muro di Berlino, la liberazione dell’Europa dell’Est, la dissoluzione dell’Unione Sovietiva. Insomma cambiarono la storia. Anche Donald Trump è sopravvissuto. Davvero un miracolo. Si è girato proprio mentre arrivava il proiettile. E ora? Ora appare un predestinato. Tornerà alla Casa Bianca? Probabile. Gli analisti si chiedono: con Trump di nuovo in carica come cambierà la storia dell’America e dell’intero Occidente?

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