Roma, 17 ottobre 2020 - Boom di nuovi poveri per effetto dell'emergenza Coronavirus. Lo rivelail rapporto 2020 di Caritas italiana che evidenzia come nel periodo maggio-settembre 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, il numero di persone che si rivolgono ai centri diocesani e parrocchiali è passato dal 31% al 45%. Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa.
Aiutati oltre 2mila commercianti e autonomi
Tra le persone che chiedono aiuto alla Caritas si sono affacciati quest'anno, piagato dall'emergenza sanitaria, anche "tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi. "Rispetto a questo fronte le Caritas diocesane hanno erogato sostegni economici specifici, in ben 136 diocesi sono stati attivati fondi dedicati, utili a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell'attività, ecc.). Complessivamente sono stati 2.073 i piccoli commercianti e lavoratori autonomi accompagnati in questo tempo".
Chi sono i nuovi poveri
Tra aprile e giugno, le Caritas diocesane hanno assisito 450mila persone, registrando "un forte incremento" rispetto all'anno precedente. Tra i beneficiari circa il 30% è rappresentato dai cosiddetti "nuovi poveri", che per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e di deprivazione economica tali da dover chiedere aiuto. Tra gli assistiti nel periodo marzo-maggio prevalgono i disoccupati, le persone con impiego irregolare fermo a causa delle restrizioni imposte dal lockdown, i lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria o in deroga e i lavoratori precari o intermittenti che, al momento della presa in carico, non godevano di ammortizzatori sociali.
Reddito di emergenza
Il 43% delle Caritas ha valutato come positivo l'impatto del Reddito di emergenza per le persone e le famiglie prive di altri ammortizzatori sociali. Tuttavia viene segnalato il paradosso di non potere raggiungere i più deboli. L'83% delle diocesi si è messo infatti a disposizione per aiutare le persone ad accedere ai sostegni pubblici previsti dal Decreto 'Cura Italia' e 'Decreto Rilancio'.
Da una rilevazione condotta su un campione di 756 nuclei beneficiari dei servizi Caritas nei mesi di giugno-luglio 2020, il Rem (Reddito di emergenza) è risultata la misura più richiesta (26,3%) ma con un tasso di accettazione delle domande più basso (30,2%) rispetto alla indennità per lavoratori domestici (61,9%), al bonus per i lavoratori stagionali (58,3%) e al bonus per i lavoratori flessibili (53,8%). Il Rem è stato fruito prevalentemente da nuclei composti da adulti over 50, soprattutto single e monogenitori con figli maggiorenni, con un reddito fino a 800 euro e bassi tassi di attività lavorativa. Si tratta, spiega Caritas, di un profilo "del tutto sovrapponibile a quello di coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza" (32,5%) all'interno dello stesso campione intervistato: nuclei a reddito molto basso (49,7%), single (45,3%) e coppie senza figli (43,7%), prevalentemente anziani (42,2%). Questo dice che, tra le due misure, "rispetto alle caratteristiche dei beneficiari, vi sia sovrapposizione piuttosto che compensazione".
Pandemia Coronavirus
Secondo la Caritas la drammatica situazione di povertà è destinata a peggiorare per esclusi, autonomi e minori anche perché il Covid-19 ha messo in evidenza "il carattere mutevole della povertà. Stiamo ora entrando in una nuova fase nel nostro Paese".
Il Rapporto 2020 elenca alcune ipotesi: il Reddito di cittadinanza protegge chi è incluso "ma gli esclusi vedranno peggiorare la loro situazione in una situazione in cui le possibilità di ripresa economica hanno prospettive lunghe". I lavoratori autonomi saranno più esposti al rischio povertà per la mancanza di lavoro, "considerata l'assenza di un regime di tutela stabile in loro favore". Ci saranno molte oscillazioni cosiddette "dentro-fuori" per chi è a ridosso della soglia di povertà. I minori subiranno un "doppio colpo": le difficoltà del presente (minori in famiglie povere e intermittenza dei percorsi di istruzione) e il futuro pregiudicato a causa della "difficoltà di uscire dalla condizione di povertà e l'incertezza di percorsi di istruzione solidi, stabili, duraturi".