Atterrato dall’Asia era subito risultato positivo al test del Coronavirus. E, nonostante questo, in giro per mezza Italia due settimane dopo il suo arrivo a Roma, prima in taxi e poi in treno. La storia di un 53enne del Bangladesh ha dell’incredibile e ricorda la corsa al tracciamento dei contatti con i primi, inconsapevoli, ’untori’ di inizio marzo, quando il Covid stava invadendo l’Italia. Storie che speravamo di aver lasciato al periodo della quarantena. Il caso, invece, esplode proprio il giorno della decisione del governo di mettere un freno ai voli dal Bangladesh e, più in generale, di vietare l’ingresso ai cittadini dei 13 Paesi considerati a rischio.
Il protagonista è un 53enne residente a Roma, partito da Dacca e atterrato a Fiumicino con un volo speciale lo scorso 23 giugno. Appena sceso dall’aereo è scattata per lui la trafila di verifiche prevista: è stato sottoposto al tampone e gli è stato chiesto di restare in isolamento alcuni giorni, fino all’esito.
E quell’esito si è rivelato positivo: domenica scorsa le autorità sanitarie hanno contattato il 53enne per informarlo, invitandolo a mantenere l’ isolamento. Secondo la prassi, l’uomo avrebbe dovuto rimanere a casa, non avere contatti né incontrare nessuno, e vivere in quarantena fino alla fine della malattia.
Ma il bengalese aveva altri piani e ha deciso evidentemente che il virus non sarebbe bastato a cambiarli: così, quando il servizio di igiene pubblica ha riprovato a contattarlo per sincerarsi delle sue condizioni di salute, lui non era già più nella sua casa a Roma. Quelle telefonate senza risposta hanno fatto scattare le ricerche. "Qui non c’è, è partito", hanno informato le autorità i vicini di casa asiatici. E così è partita la caccia, con pochi indizi che non sono bastati. Irreperibile per oltre una settimana, l’uomo è ricomparso soltanto mercoledì pomeriggio alla stazione Termini di Roma, dove è stato lui stesso, febbricitante, a presentarsi a una guardia giurata dicendo di avere i sintomi della malattia.
Ha raccontato il suo viaggio per l’Italia: ha detto di essere partito da Roma su un taxi privato e da lì di essere arrivato fino in Romagna, diretto a Milano Marittima. Qui lui ha raccontato di essersi messo in isolamento, anche se in realtà sono ancora in corso verifiche perché risulterebbero spostamenti nei dintorni.
Forse il 53enne sperava che il virus passasse semplicemente, forse l’ha presa alla leggera: sta di fatto che a un certo punto, con la febbre che saliva e la tosse, l’uomo deve essersi reso conto che in quelle condizioni l’unico posto in cui stare era casa sua, o forse addirittura l’ospedale. Peccato che per tornare sui suoi passi abbia riattraversato l’Italia per ricomparire a Roma, dove è arrivato mercoledì pomeriggio, e dove la polizia ferroviaria gli ha trovato in tasca un biglietto Rimini-Roma: il 53enne è sceso da un treno partito da Falconara Marittima. L’uomo, febbricitante e con la tosse, ha detto agli agenti di avere i sintomi del Covid-19. E’ poi stato ricoverato e identificato, ed è emerso che sapeva di essere positivo al virus. Le immagini delle telecamere lo hanno ripreso, se non altro, sempre munito di mascherina. Per lui è scattata anche la denuncia penale per violazione della quarantena. Dell’episodio è stata informata anche l’Ausl Romagna, che ha adottato le misure di precauzione all’interno del territorio ravennate.
Al momento la situazione risulta sotto controllo, e le persone che potrebbero essere state a contatto con l’uomo sono state avvisate e ora sono monitorate, come di prassi in questi casi. A maggior ragione dato che, solo pochi giorni fa, il ministro Roberto Speranza aveva bloccato i voli dal Bangladesh almeno per una settimana: martedì, infatti, in un volo Dacca-Roma si erano contati ben 21 positivi.