Mercoledì 20 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Il comico Giacomo Poretti porta il sorriso all’Università del Papa: “L’anima? Inutile come un papillon, eppure...”

L’attore del trio Aldo Giovanni e Giacomo ha aperto l’anno accademico della Lateranense con un monologo sospeso tra ironia e riflessione

L'attore comico, Giacomo Poretti, 68 anni

Roma, 13 novembre 2024 – L’anno accademico della Pontificia Università Lateranense inizia con il sorriso. A mettere di buon umore studenti e professori dell’ateneo, laici, religiosi e chierici, ci ha pensato stamane l’attore Giacomo Poretti, noto soprattutto come componente del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo e per la fede interista, meno per quella cristiana cattolica. Alla presenza del rettore, l’arcivescovo Alfonso Amarante, e del prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, José Tolentino de Mendonça, Poretti ha tenuto un monologo sospeso tra riflessione e ironia, dal titolo ’Per fare un’anima’.

“Il progetto mi frullava in testa da quando è nato mio figlio Emanuele – ha spiegato l’attore a lungo presenza fissa al Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione –. In quell’occasione venne a trovarci in ospedale un anziano sacerdote che mia moglie ed io conoscevamo bene. Si complimentò con noi e ci disse: bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima. Questa frase mi è rimasta dentro per molto tempo, si è sedimentata finché non mi sono deciso ad affrontare la questione, un compito certo non facile“.

Tra il serio e il faceto, Poretti in seguito ha iniziato a porsi una serie d’interrogativi che oggi ha voluto condividere con il suo sacro pubblico. “Come nasce l’anima? – una domanda tira l’altra –. Spunta coi dentini da latte? O dopo? Quanto incide una corretta alimentazione a farla crescere? E, nel caso, sarebbe meglio una dieta iperproteica o senza glutine, oppure povera di sodio? Ma l’anima esiste davvero o è una nostra invenzione? E ancora: è una parola da mandare in pensione o i tempi complicati che stiamo attraversando la rendono più che mai ineludibile?’’.

In fondo, a pensarci bene: a cosa serve un’anima? “Nessuno ti chiede di esibirla: quando ti fermano i carabinieri si accontentano di patente e libretto, se fai acquisti su Internet, bastano carta di credito e mail –scherza il comico che per anni, prima di entrare nel mondo dello spettacolo, da infermiere si è preso cura più dei corpi che delle anime  –. L’anima sembra la cosa più antimoderna che possa esistere, più antica del treno a vapore, più vecchia del televisore a tubo catodico, più demodè delle pattine da mettere in un salotto con la cera al pavimento; lontana come una foto in bianco e nero, bizzarra come un ventaglio, eccentrica come uno smoking e inutile come un papillon”. Eppure, resta un grande eppure al termine del monologo. A dimostrazione che l’anima non sarà certo una parola di moda, ma rimane in grado, più di tante altre, di scomodare le nostre razionali e in apparenza sicure certezze sulla nostra vita e il suo destino.

Nata nel 1773, per volere di papa Clemente XIV dopo la soppressione dell’ordine dei gesuiti, al quale fino ad allora era affidata la formazione del clero capitolino, la Pontificia Università Lateranense resta ancora, anche a distanza di secoli, “l’ateneo del Papa“, per dirla con Giovanni Paolo II. Vanta quattro facoltà e quasi 2mila studenti in arrivo da ogni parte del mondo.