ROMA
Il bastone e la carota. Nella riunione tenuta ieri ad Abuja, Ecowas, la comunità degli stati dell’Africa occidentale, continua mantenere la minaccia di un intervento militare contro i golpisti che hanno preso il potere in Niger, ma un intervento militare resta ancora l’ultima opzione e che in realtà nessuno sembra volere percorrere. Ecowas ha deciso ieri di "attivare immediatamente la stand-by force" della Comunità dell’Africa occidentale ma ha anche deciso che tali forze restano in "modalità d’attesa", mentre i leader dell’organismo che ha ribadito l’impegno a ripristinare l’ordine costituzionale "attraverso mezzi pacifici".
"Il golpe in Niger – ha detto il presidente nigeriano e presidente di turno dell’Ecowas, Bola Tinubu – rappresenta una minaccia per l’intera regione dell’Africa occidentale ed è nostro dovere percorrere tutte le possibili vie per garantire un rapido ritorno all’ordine costituzionale nel paese, ma è fondamentale dare la priorità ai negoziati diplomatici e al dialogo". "Dobbiamo coinvolgere tutte le parti in causa, compresi i golpisti – ha aggiunto Tinubu – in discussioni serie per convincerle a cedere il potere e reintegrare il presidente Bazoum è nostro dovere esaurire tutte le strade per garantire un rapido ritorno a un governo costituzionale in Niger".
I golpisti da parte loro tengono duro e pare abbiano chiesto la sospensione delle sanzioni per sedersi attorno a un tavolo. In caso di intervento militare minacciano invece di liquidare il presidente da loro deposto. l regime militare avrebbe infatti detto a un alto diplomatico statunitense che ucciderà il presidente deposto Mohamed Bazoum se i Paesi vicini tenteranno qualsiasi intervento militare per ripristinare il suo governo. Lo scrive l’Associated Press , citando due funzionari occidentali. Uno dei quali ha affermato che i golpisti hanno riferito al sottosegretario di Stato americano Victoria Nuland della minaccia a Bazoum durante la sua visita nel Paese nei giorni scorsi. Un altro funzionario Usa ha confermato questa versione.
La giunta militare che ha preso il potere il 26 luglio ha intanto formato un nuovo governo, composto da 21 ministri: il premier è Ali Mahaman Lamine Zeine e Difesa e Interno sono stati assegnati a generali che hanno partecipato al golpe. Lo ha stabilito un decreto del nuovo uomo forte del Paese, il generale Abdourahamane Tiani. Che è colui con il quale Ecowas dovrà trattare.
A. Farr.