di Roberto Damiani
Le Marche come regione ’spazza aborto’? Lo pensa e lo ha scritto il Guardian, quotidiano inglese, riportando la testimonianza di una ragazza marchigiana che diceva di aver trovato porte chiuse per poter interrompere la gravidanza. Tanto da esser ricorsa ad una associazione privata per riuscirci accedendo poi in un ospedale pubblico. Un articolo che l’influencer Chiara Ferragni ha rilanciato ieri scrivendo sui social che nelle Marche governate da FdI è impossibile abortire", avvertendo che potrebbe diventare una "politica nazionale". Per questo, "è tempo di agire". Un intervento ripreso e applaudito dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci e dalla parlamentare Alessia Morani.
Ma i fatti, i numeri, la realtà sono davvero questi? E’ sufficiente la testimonianza di una ragazza per dire che le Marche sono un recinto fascista dove le leggi dello Stato vengono ignorate per volere della giunta di centrodestra guidata da Francesco Acquaroli di Fdi? Qualche dato preso dalle statistiche regionali può aiutare a sgombrare la nebbia: "Nel primo trimestre 2022, nella Regione Marche, sono stati effettuati 210 aborti di cui 16 con metodica farmacologica. Nel 2021 sono state effettuate 1052 interruzioni di gravidanza di cui 162 con metodica farmacologica, mentre nel 2020 le interruzioni di gravidanza sono state 1355 di cui 141 farmacologiche". Ed ecco la situazione dei medici obiettori. I dati sono di fonte Cgil e risalgono al 2018: "Gli obiettori marchigiani sono il 69,3% dei ginecologi in servizio, il 43,3% degli anestesisti e il 28,8% del personale non medico. Per la prima volta la percentuale di medici obiettori nelle Marche ha superato nell 2018 la media nazionale (69%). All’ospedale di Fermo, tutti e 12 i medici erano obiettori. Solo nel 2020, è stata eseguita in quell’ospedale una interruzione di gravidanza. Poi mai più. A pensarci sono i medici di Macerata, dopo la firma di un protocollo. Nelle strutture ospedaliere di Macerata i medici obiettori sono pari all’80,0%, in quelle di Ascoli sono al 72,2%, negli ospedali di Ancona sono il 69,0% e in quelli di Pesaro e Urbino sono il 53,8%. A dire il vero, nel solo ospedale di Urbino su 9 ginecologici, solo 3 sono obiettori. È un trend opposto al resto della regione.
Dice l’assessore regionale alla famiglia e alla sanità Filippo Saltamartini (Lega): "Mi sembra di sognare. Sto leggendo cose incredibili, fake news mai viste prima. Il 92% delle strutture sanitarie pubbliche marchigiane pratica l’aborto contro una media nazionale che è del 62%. Il diritto all’interruzione di gravidanza previsto dalla legge 19478 non è minimamente messo in discussione. Quello che fa la giunta di centrodestra delle Marche è aiutare le donne che intendono abortire per motivi economici. Abbiamo stanziamo un milione di euro per farle cambiare idea pagandolo loro affitto, bollette e dando un aiuto vero per tenere il bambino. Sicuramente abbiamo fatto nascere più bambini. Questo non significa impedire l’aborto, chi intende farlo qui non trova difficoltà. Io penso che anche in quelle prime settimane ci sia vita ma la legge è legge e non si tocca. Chi dice il contrario non sa di cosa parla".