OGGI in molti si rovinano giocando con le slot-machine o grattando freneticamente delle schedine colorate. Non si rendono conto di quanto siano folli e stupidi. Andrebbero aiutati, ma in che modo? Un’idea potrebbe essere quella di fondare delle scuole di poker. Così potrebbero sfogare la loro passione per il gioco e, al tempo stesso, imparare “a vivere”. Il poker è un gioco completo, una perfetta metafora della vita. Ti insegna ad aspettare, ad aggredire, a bluffare, a guardare in faccia il tuo avversario. Un buon giocatore è spesso deciso, misterioso, equilibrato e carismatico. Caratteristiche che, trasportate nella vita di tutti i giorni, portano quasi sempre al successo. Ricordatevi bene che il del poker non si basa sulla fortuna, bensì sull’abilità. Volendo fare una percentuale, potremmo dire che al 90% è abilità e al 10% fortuna. Nel poker, come nella vita, bisogna saper riconoscere e sfruttare al massimo i momenti favorevoli, trattenersi quando le cose non girano e usare il bluff solo in casi eccezionali. Perché chi bluffa troppo, alla fine, perde sempre. Proprio come nella vita.
CronacaA scuola di poker