Roma, 9 giugno 2020 - "Li avevamo avvertiti che non ci saremmo fermati e stamattina l’abbiamo dimostrato". Parole di Pierluca Cassano, il colonnello della Guardia di Finanza che è riuscito a chiudere ben 200 canali pirata di Telegram e ieri ha identificato i due giovani hacker, che dalla Sicilia e dal Veneto diffondevano illecitamente migliaia di file di quotidiani, settimanali e brani musicali, per chiunque li volesse scaricare gratis, infrangendo la legge del diritto d’autore e causando al solo settore dell’editoria danni per circa 670mila euro al giorno, ovvero 250 milioni all’anno. Ma i canali chiusi non vengono riaperti subito con un altro nome? "Ci provano, ma per loro è sempre più difficile e noi siamo decisi a andare fino in fondo. La nostra missione è difendere il lavoro onesto dalla pirateria e in particolare il mondo dell’informazione libera da queste gravi violazioni. L’indagine che abbiamo avviato grazie all’azione del procuratore aggiunto Roberto Rossi ha già ottenuto qualche effetto, perché Telegram collabora con noi e ora passano pochi minuti tra quando segnaliamo un canale da chiudere e la chiusura effettiva. Da qui in poi andremo sempre più in profondità e non si escludono denunce penali e sequestri di beni. Chi crede di giocare con queste cose deve stare molto attento". I due ragazzi credevano di giocare, ora rischiano grosso... "Sono indagati per violazione della legge 633 del ‘41 sulla protezione del diritto d’autore, che prevede da 1 a 4 anni di reclusione, oltre a sanzioni pecuniarie, ma non escludiamo di allargare il perimetro dopo aver preso visione dei computer che gli abbiamo sequestrato". Che cosa si potrebbe scoprire di ulteriore nei computer? "Dobbiamo ancora stabilire l’origine dei file, che potrebbero provenire da un accesso abusivo ai sistemi informatici dei giornali, o da un abbonato, che ha usato i file scaricati lecitamente per alimentare questa diffusione illecita. Spesso chi viola il diritto d’autore dei giornali non sa che gli editori inseriscono dei watermark, cioè dei sistemi antitaccheggio informatici, che consentono di individuare chi è all’origine della violazione. Per smascherarlo basta scoprire che la copia dello stesso abbonato è presente ogni giorno sui vari canali Telegram". Quale vantaggio ne ricava? "Economico. Si tratta di un vero e proprio business, su cui campano molti siti di file hosting, basati sul furto dei diritti d’autore. In pratica, il fantomatico abbonato carica la sua copia in un sito pirata, da cui poi viene scaricata per diffonderla via Telegram, e il sito pirata gli riconosce una provvigione in relazione al numero di volte in cui il file viene scaricato". E il sito pirata come campa? "Il sito pirata viene remunerato sia attraverso gli annunci pubblicitari, sia attraverso gli abbonamenti che vende, perché solo chi paga un abbonamento può scaricare molti file velocemente, gli altri devono aspettare diversi minuti e possono scaricarli molto più lentamente". Quindi ci guadagnano tutti, a spese dei giornali... "Infatti la posizione di tutti, anche di chi fa pubblicità sui siti pirata, sarà al vaglio della magistratura, perché anche partecipando a un sistema illecito si viola la legge". Bisognerebbe identificare chi si nasconde dietro i siti pirata. "Ci stiamo lavorando".
Cronaca"Così fermiamo il furto di giornali sul web"