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Il disastro ferroviario di Pioltello in cui morirono 3 donne e un centinaio di passeggeri rimase ferito
Milano – A oltre 7 anni dalla tragedia, è arrivata la sentenza di primo grado del processo scaturito dopo il disastro ferroviario del 18 gennaio 2018 di Pioltello, in cui morirono tre donne – Ida Milanesi di Caravaggio (Bergamo), Pierangela Tadini di Misano Gera d’Adda (Bergamo) e Giuseppina Pirri di Capralba (Cremona) – alle quali si aggiungono un centinaio di passeggeri feriti. Il collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, dopo oltre tre ore di camera di consiglio, ha emesso una condanna e otto assoluzioni
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La Procura di Milano aveva chiesto di condannare l'ex amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile, oggi dirigente nel settore privato, e l'allora direttore della direzione produzione Umberto Lebruto a 8 anni e 4 mesi, oggi ad di Fs Sistemi urbani. Sono invece stati assolti. L’unico condannato è Marco Albanesi, dirigente del gestore dell’infrastruttura.
Commozione in aula per Umberto Lebruto e Vincenzo Macello, rispettivamente ex direttore di Produzione di Rfi ed ex direttore territoriale della Lombardia, entrambi assolti nel processo sul disastro ferroviario di Pioltello. Alla lettura della sentenza, Lebruto e Macello sono scoppiati a piangere, hanno abbracciato i propri legali per poi andarsene senza rilasciare dichiarazioni. Nessun commento nemmeno da parte dei passeggeri che il 25 gennaio 2018 si trovavano a bordo del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi. Cinque di loro erano presenti alla lettura del dispositivo e hanno lasciato l'aula senza rendere alcuna dichiarazione alla stampa.
L'unico condannato è Marco Albanesi, allora responsabile dell'unità manutentiva di Brescia di Rfi, a 5 anni e 3 mesi con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Assolta la società Rfi ''per insussistenza del reato presupposto''. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni
Una sola condanna a 5 anni e 3 mesi, nei confronti di Marco Albanesi, ex responsabile dell'unità di Brescia di Rfi, e otto assoluzioni, tra cui quella dell'ex ad di Rfi Maurizio Gentile e della stessa società. Si è chiuso così in primo grado il processo ad ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana sul disastro ferroviario di Pioltello del 25 gennaio 2018, in cui morirono tre donne e oltre 200 persone rimasero ferite o subirono traumi psicologici. Lo ha deciso la quinta penale del Tribunale di Milano. Per quanto riguarda gli imputati assolti le accuse di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo sono cadute "per non aver commesso il fatto". Alcune ipotesi sulle lesioni sono cadute per difetto di querela.
I giudici si sono pronunciati dopo oltre tre ore di camera di consiglio: assolto l'ex ad di Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile, tra gli imputati nel processo sul disastro ferroviario di Pioltello, nel Milanese, nel quale il 25 gennaio 2018, in seguito al deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono tre donne e oltre 200 persone rimasero ferite o subirono traumi psicologici
Il collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano è riunito in camera di consiglio da più di tre ore. I giudici hanno comunicato alle parti che sarebbero usciti con la sentenza non prima di due ore. Il verdetto atteso per la tarda mattinata sembra dunque slittare al primo pomeriggio
Il deragliamento, stando alle indagini della Polizia ferroviaria, coordinate dal pool dell'aggiunta Tiziana Siciliano, avvenne nel cosiddetto "punto zero" sopra un giunto in pessime condizioni
Le fasi di deragliamento vennero parzialmente riprese da una telecamera di sorveglianza. Il treno si divise "in tre parti", con la carrozza numero tre che si staccò, sbatté sui pali e si ribaltò. Quel mattino morirono Ida Maddalena Milanesi, Pierangela Tadini e Alessandra Giuseppina Pirri
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La difesa di Rfi, con l'avvocato Ennio Amodio, nell'arringa ha spiegato che gli operai "manutentori, se avvertono un danno o un'anomalia, hanno il potere di intervenire e chiedere la sospensione della circolazione" e "conoscevano bene ciò che andava fatto, ma per varie ragioni si sono spostati dalle procedure di sicurezza"
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Per la Procura, quello di Pioltello fu un disastro causato da una lunga serie di "omissioni" nella "manutenzione" e nella "sicurezza", messe in atto solo per "risparmiare". Il problema del giunto, secondo l'accusa, era noto ed era stato segnalato già dall'estate 2017, ma si intervenne solo con una zeppa di legno "tampone" sotto il giunto ammalorato. I "giunti nuovi" erano "ancora lì quella mattina quando arrivai sul posto", aveva spiegato la pm Ripamonti davanti al collegio presieduto da Elisabetta Canevini, ma quello vecchio di dieci anni e ammalorato non era mai stato sostituito
Nel processo ad ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana sono state contestate le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e "omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro".
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Da assolvere, secondo i pm, Moreno Bucciantini, ex capo reparto Programmazione e controllo, Ivo Rebai, all'epoca a capo della Struttura operativa ingegneria della Dtp di Milano, e Marco Gallini, ex dirigente Struttura organizzativa diagnostica. Mentre per Rfi, imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, è stata proposta una sanzione pecuniaria di 900mila euro.
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La Procura di Milano ha chiesto di condannare l'ex amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile (foto), oggi dirigente nel settore privato, e l'allora direttore della direzione produzione Umberto Lebruto a 8 anni e 4 mesi, oggi ad di Fs Sistemi urbani. Per altri tre imputati, tutti dirigenti del gestore dell'infrastruttura, i pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti hanno chiesto condanne da 6 anni e 10 mesi (Andrea Guerini e Marco Albanesi) a 7 anni e 10 mesi (Vincenzo Macello)
Il collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano è riunito dalle 10.30 circa in camera di consiglio per decidere il verdetto