Roma, 5 gennaio 2024 – Antonino Madonia detto Nino e Giuseppe Lucchese detto Lucchiseddu: sarebbero questi, secondo La Repubblica, i due nomi che compaiono nel fascicolo di indagine della procura di Palermo sull’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica Sergio, ucciso in un agguato di mafia il 6 gennaio 1980.
Chi sono Madonia e Lucchese
I due indagati sono entrambi già all’ergastolo. In base alla ricostruzione degli inquirenti riferita dal quotidiano, sarebbe stato Madonia a sparare. Lucchese era invece al volante dell’auto.
Antonino Madonia, 72 anni, sta scontando 7 ergastoli: è stato condannato per una lunga serie di omicidi tra cui quello di Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emmanuela Setti Carraro, uccisi insieme all’agente di scorta Domenico Russo e prima ancora del segretario regionale del Pci, Pio La Torre, poi del giudice Rocco Chinnici, del vice capo della Mobile di Palermo Ninni Cassarà, solo per citarne alcuni. E’ anche tra i responsabili del fallito attentato all’Addaura.
Il nome di Madonia per il delitto Mattarella è stato fatto da più di un collaboratore di giustizia tra cui Francesco Di Carlo, che rivelò di avere appreso direttamente da Bernardo Brusca "che il killer che aveva esploso i colpi di arma da fuoco all'indirizzo del Mattarella si identificava nella persona di Nino Madonia”.
Appartenente al mandamento di Resuttana vicino ai Corleonesi, Madonia faceva parte di un gruppo di sicari direttamente alle dipendenze di Totò Riina. Tra loro c’era anche Giuseppe Lucchese, oggi 66enne, incarcerato al 41 bis dopo la condanna per il maxiprocesso di Palermo. Dichiarato esecutore materiale dell’omicidio di Pio La Torre, è anche lui all’ergastolo per il delitto di Ninni Cassarà e per la strage della circonvallazione, insieme allo stesso Madonia.
L’agguato
Piersanti Mattarella, esponente della Dc vicino ad Aldo Moro, era presidente della Regione Sicilia quando fu assassinato. Il 6 gennaio del 1980 era una domenica. Il governatore con la moglie Irma Chiazzese, la suocera Franca Chiazzese Ballerini e la figlia Maria, stava andando alla messa, guidando la sua Fiat 132. In via della Libertà, a Palermo, un uomo si avvicinò all’auto e lo freddò con una calibro 38 attraverso il finestrino. Poi si allontanò verso una Fiat 127 guidata da un complice che gli passò un’altra rivoltella. Con quella il killer sparò altri colpi versò Mattarella colpendo di striscio anche la moglie.
Rosy Bindi: Mattarella ucciso anche perché erede di Moro
"Penso che Piersanti Mattarella sia stato ucciso per due motivi, entrambi profondi – spiega oggi Rosy Bindi, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, in un'intervista a La Repubblica –. Il primo legato alla funzione di presidente della regione, perché stava lavorando per una regione che rispettasse le leggi" e il secondo per la sua volontà di proseguire nella politica di intesa con il Pci avviata da Aldo Moro.