Martedì 31 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Il piccolo Alex operato a Roma, il papà dona le cellule staminali

Cruciali saranno i prossimi giorni di decorso post-operatorio: da scongiurare il rigetto delle cellule trapiantate

Il piccolo Alex con i genitori

Roma, 21 dicembre 2018 - Non si spegne la speranza per il piccolo Alex. Il bimbo italiano di 20 mesi affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica (HLH) è stato sottoposto ieri, come da programma precedentementa annuncianto, al trapianto di cellule staminali emopoietiche. L'intervento è avvenuto all'ospedale Bambino Gesù di Roma, dove Alex è stato trasferito dal Great Ormond Street hospital di Londra. A donare le cellule staminali il padre, selezionato tra i due genitori al termine degli screening effettuati nei giorni scorsi. Ora è cruciale il decorso post-operatorio delle prossime ore: bisogna superare il rischio complicanze e scongiurare il rigetto delle cellule trapiantate.

Il bambino in questa ultima settimana ha ricevuto la terapia di preparazione al trapianto mirata a distruggere le cellule portatrici del difetto genetico responsabile della patologia. Le cellule del padre, dopo essere state mobilizzate e raccolte dal sangue periferico, sono state opportunamente manipolate e infuse in Alex nella giornata di ieri.

Con l'occasione, rende noto l'ospedale, la famiglia vuole ringraziare ancora una volta tutte le persone che continuano a seguire con affetto la vicenda: "Il Ministro della Sanità ed il suo staff per il sostegno e l'attenzione ricevuti; il Centro Nazionale Trapianti e l'ADMO per l'impegno profuso nelle piazze italiane; i donatori nuovi e futuri che hanno deciso di dare una nuova speranza a tutte le persone malate ed in attesa di un trapianto di midollo osseo per continuare a vivere; le diverse aziende ed associazioni ed in particolare il Gruppo UniCredit, oltre che per il sostegno che ci ha dato anche per le numerose iniziative di sensibilizzazione alla donazione che ha promosso sia in Italia che all'estero e, non da ultimo per importanza, l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con tutti i medici e gli infermieri assiduamente impegnati nella qualificata e affettuosa assistenza prestata in queste ultime settimane. Rivolgiamo un sentito ringraziamento anche al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) Italiano e al National Health System (NHS) Inglese per avere reso possibile un trattamento cosi' medicalmente sofisticato e di altro profilo".

LA GARA DI SOLIDARIETA' - Alex è nato a Londra da mamma napoletana e padre veronese. Nei mesi scorsi è scattata la gara di solidarietà, in Italia e nel mondo, per cercare un donatore, dal momento che nei registri mondiali non figurava nessuno compatibile con il raro antigene di cui il bambino è portatore.

CORSA CONTRO IL TEMPO - La sua storia inizia in Inghilterra, dove Alex risiede con i genitori e da dove era partito il loro appello a trovare un donatore. Migliaia le adesioni, anche in Italia. Per trovare una compatibilità, i medici londinesi avevano verificato nel British Bone Marrow Registry, il registro inglese dei donatori di midollo osseo. Senza risultati, così come le ricerche in tutti gli altri registri mondiali, tra cui l'Ibmdr con sede a Genova. Infruttuosa anche l'iscrizione volontaria che ha visto protagonisti moltissimi italiani, con lunghe file di persone che si sono offerte per verificare la compatibilità col bambino. Alla fine era stato individuato un possibile donatore straniero, che però non sarebbe stato disponibile prima del mese di gennaio. Troppo tardi per Alex, che è stato quindi trasferito a Roma, dove l'equipe di Franco Locatelli sta facendo tutto il possibile per salvarlo. L'ultimo tentativo, ieri, quello di trapiantargli le cellule staminali emopoietiche del padre. Anche se non vi è certezza che il genitore possa essere del tutto compatibile.