Milano, 26 ottobre 2018 - Con il passeggino o con lo zainetto, in cravatta o in sneakers, la fila si arrotola in piazza Sraffa, cemento e alberi alle spalle dell’università Bocconi a Milano, fino ai gazebi rossi dell’Admo, Associazione italiana donatori di midollo osseo. Chi s’appoggia alle auto o alle ginocchia per compilare il modulo, chi aspetta tre ore di farsi prelevare un goccio di sangue da mandare al San Raffaele, per vedere se il suo midollo è compatibile con quello di un bambino di 18 mesi che ne ha solo uno per trovare un donatore. Chi dice, a 22 anni: "Mi sono messa nei panni dei suoi genitori e ho sentito il dovere di assumermi questa responsabilità". Sono tutti giovani, perché bisogna avere almeno diciotto anni ma meno di trentasei, e più di 50 chili di peso, buona salute, non essere incinta e non allattare da sei mesi. Centosettantaquattro mercoledì e ieri il doppio, cinquecento persone in due giorni si sono candidate ad aggiungersi ai 400mila donatori italiani di midollo osseo; un record per l’Admo Lombardia, che preparava da giugno queste giornate in università. È la corsa di solidarietà per Alex, figlio d’italiani a Londra, che ha una malattia genetica rara, la linfoistiocitosi emofagocitica o Hlh, alla quale non si sopravvive senza un trapianto di midollo osseo.
Ma nei registri dei donatori e dei cordoni ombelicali di tutto il mondo non c’è un donatore compatibile. Un farmaco sperimentale per ora gli ha regalato un po’ di tempo, ma secondo i medici entro il 30 novembre bisogna trovare, fra miliardi di combinazioni, il "fratello maggiore" di Alex, scrivono gli "amici molto vicini" al suo papà Paolo e alla sua mamma Cristiana, che hanno creato al volo una pagina Facebook, e un appello deflagrato dal web alla realtà. La presidente dell’Admo Rita Malavolta parla di "centinaia di richieste" in tutte le regioni; 200 iscrizioni al registro dei donatori in Emilia Romagna solo ieri, e altri 70 ragazzi all’università Parthenope per lasciare un campione di sangue o saliva all’Admo campana, che sarà domani a Napoli in piazza Trieste e Trento, domenica a Caserta, lunedì al dipartimento di Agraria a Portici, martedì alla Federico II di Monte Sant’Angelo. Alla Sapienza di Roma l’appuntamento è il 20 novembre, ma la tipizzazione, ripetono gli amici di Alex, si può fare anche al centro trasfusionale più vicino (si trova tutto sul sito www.admo.it). E invitano a farla anche qualora la sacca di cellule staminali da cordone ombelicale individuata dai centri nazionali trapianti, sangue e dal registro Ibmdr fosse compatibile per Alex. I medici inglesi devono fare altri esami, ha spiegato suo padre Paolo, ma "chi diventa donatore lo fa per tutti i malati". In Italia servono ogni anno circa duemila trapianti, perlopiù a bambini.