Roma, 3 febbraio 2023 - Scoperto un nuovo sosia della Terra potenzialmente abitabile. Il Wolf 1069 b, che prende il nome dalla stella attorno alla quale orbita, è al sesto posto tra i pianeti più vicini con una massa simile, a 31 anni luce di distanza. La scoperta, avvenuta grazie al progetto Carmenes, attivo dal 2016 e che utilizza l'osservatorio Calar Alto, in Spagna, è stata pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics da un gruppo di ricerca guidato dall'Istituto tedesco Max Planck per l'astronomia (Mpia) di Heidelberg.
Il nuovo gemello della Terra ha una massa appena superiore a quella terrestre e un'orbita che dura circa 15 giorni: si trova quindi molto vicino alla sua stella, ma nonostante questo riceve solo il 65% circa dell'energia che la Terra ottiene dal Sole. Questo perché la stella, che è una nana rossa, è molto più debole e fredda del nostro Sole: la temperatura media calcolata per il pianeta, infatti, è di circa -23 gradi, cosa che suggerisce che si tratti di un corpo roccioso. Se avesse anche un'atmosfera, gli autori dello studio hanno stimato che la temperatura potrebbe salire fino a 13 gradi, permettendo l'esistenza di acqua liquida in un'ampia regione della parte rivolta verso la stella. La sua particolarità, infatti, è che ruota su sé stesso nello stesso tempo che impiega a girare intorno all'astro, proprio come la Luna, e dunque una sua parte resta sempre al buio. Un'altra caratteristica che gioca a favore dell'abitabilità di Wolf 1069 b è l'apparente tranquillità dell'astro attorno al quale orbita. Le nane rosse, di solito, sono note per essere molto attive e turbolente, provocando massicci venti stellari e intense radiazioni che rendono sterili i pianeti. Wolf 1069, invece, appare placida, anche se è probabilmente troppo presto per dirlo con certezza. Il nuovo sosia della Terra si avvia quindi a diventare un candidato promettente per ricerche più approfondite.
"Anche se i pianeti di grandi dimensioni sono i più facili da individuare, quelli piccoli, di dimensioni simili a quelle della Terra come Wolf 1069 b, sono in realtà i più comuni", dice all'ANSA Isabella Pagano, direttrice dell'Osservatorio di Catania dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e responsabile scientifica nazionale per le missioni Plato e Cheops dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), dedicate proprio alla ricerca dei pianeti esterni al Sistema Solare. "I prossimi passi in questo campo di ricerca dovranno innanzitutto completare il censimento dei pianeti esterni al Sistema Solare e in seguito - aggiunge - concentrarsi su quelli più promettenti per quanto riguarda la potenziale abitabilità". La famiglia dei pianeti extrasolari, infatti, si sta allargando sempre più: a gennaio 2023 ne comprendeva già circa 5.300 e molti altri potenziali candidati sono ancora in attesa di conferma.