Martedì 16 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

La storia di Philip Rogosky: chi è e dove potrebbe essere. L’appello della compagna: “Ecco come riconoscerlo”

Il 56enne, producer cinematografico, è scomparso da Roma il 29 gennaio. Sara Bonavoglia: “Cammina in un modo molto particolare, parla 4 lingue. Ecco a cosa stava lavorando davvero"

Roma, 9 marzo 2024 - Philip Rogosky, scomparso a Roma il 29 gennaio e cercato da decine di amici, ha un tratto distintivo, “cammina con i piedi alle 10 e dieci. Come i ballerini, per intenderci". 

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Philip Rogosky con la compagna Sara Bonavoglia
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Come riconoscere Philip Rogosky

Sara Bonavoglia, la compagna di una vita del manager cinematografico 56enne che non dà più notizie dal 29 gennaio, prova a mettere in fila i dettagli che possono aiutare le ricerche. “Pignolo, ordinato e simpatico. Educato e curioso. Parla quattro lingue, oltre all’italiano si esprime perfettamente in tedesco, inglese e francese. Potrebbe sembrare anche un turista. Si può confondere senza dare nell’occhio. Un cameriere si è ricordato di lui solo perché ha consumato in poco tempo tre caffè”.

La scomparsa di Philip Rogosky

Philip dal 29 gennaio sembra essere stato inghiottito dal nulla in una città dove, è la riflessione, chiunque può trovare da mangiare e da sistemarsi perché ci sono i servizi che non ti chiedono mai chi sei, per non mettere in difficoltà le persone più fragili.

A cosa stava lavorando Philip Rogosky?

“Philip è un producer – chiarisce la compagna -. Si è occupato di spot pubblicitari per tanti anni, ultimamente di film. Non ha mai fatto documentari, non ha mai fatto docufilm, non ha mai fatto docufilm sulla Russia”. Ipotesi che in Rete è stata ventilata. 

“Ecco dove può essere e cosa può essergli accaduto“

“Noi abbiamo il sospetto che si sia allontanato da Roma - è l’idea di Sara Bonavoglia -. Philip aveva avuto una brutta forma di influenza. Il sabato precedente mi aveva parlato di giramenti di testa. Era smagrito e sciupato, debilitato, quel 29 gennaio usciva di casa per la prima volta. Continuo a pensare che possa aver avuto un problema neurologico, un’amnesia. È uscito portandosi dietro l’essenziale: il portafoglio, il telefonino ma senza caricatore come faceva quando invece stava via diverse ore. Ha lasciato il passaporto a casa. Mi ha detto, non ti preoccupare, butto via io la spazzatura. In effetti, quando sono tornata a casa la sera, la spazzatura non c’era più”.

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Gli avvistamenti di Philip Rogosky

“Quello che ancora mi induce a pensare all’ipotesi dell’amnesia - ragiona Sara – è che Philip per una settimana è stato visto da esercenti nel quartiere Flaminio, a 20 minuti-mezz’ora di cammino da casa nostra”. Le testimonianze verificate si fermano a un mese fa e lo descrivono in quella zona di Roma, abitata da tanti conoscenti, come una persona che non si nasconde. Osserva la compagna: “Insolito rimanere lì se ci si vuole allontanare volontariamente o se addirittura, come qualcuno lascia intendere, ci si sente minacciati”.

"Un’amica - racconta ancora - lo ha incontrato a inizio febbraio lungo il Tevere, ad altezza del quartiere Flaminio. Non sapeva che fosse scomparso, lo ha visto meno curato del solito, assorto e trasandato, ha notato che non ha risposto al saluto”. Non era lui, invece, l’uomo con jeans oversize segnalato in via dei Coronari pochi giorni fa. “Abbiamo verificato - conferma Sara -. Si trattava di un senza tetto”.

Il ritrovamento dei pantaloni

E riporta alla sua pignoleria anche un dettaglio molto significativo, il ritrovamento dei pantaloni. “È stato una settimana dopo la scomparsa – spiega la compagna di Philip -. L’ha notato anche la polizia, sembravano stesi ad asciugare, puliti, con le tasche riversate verso l’esterno. Philip è così, ordinato e pignolo, quando stendeva i panni dalla lavatrice li stirava con le mani. I cani molecolari hanno seguito la traccia olfattiva e hanno confermato che i pantaloni sono stati messi lì da lui”.