Lunedì 16 Settembre 2024
NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Pesaro, mare e canzoni. I mitici anni Sessanta e i big della musica. L’epopea del Festival

Dal 1958 al 1982 la kermesse marchigiana fu l’evento clou dell’estate. Sul palco da Mia Martini alla Vanoni, da Jimmy Fontana a Little Tony. L’incidente diplomatico del 1960 con la Jugoslavia per una battuta su Tito.

Pesaro, mare e canzoni. I mitici anni Sessanta e i big della musica. L’epopea del Festival

Dal 1958 al 1982 la kermesse marchigiana fu l’evento clou dell’estate. Sul palco da Mia Martini alla Vanoni, da Jimmy Fontana a Little Tony. L’incidente diplomatico del 1960 con la Jugoslavia per una battuta su Tito.

Mia Martini e Ornella Vanoni. Ma anche Nilla Pizzi e Orietta Berti. E poi Jimmy Fontana, Bruno Lauzi e Little Tony. Sono solo alcuni di quei grandi nomi della musica italiana che sono saliti su un palco che ora non c’è più. A Pesaro, dal 1958 al 1982, è infatti esistito un festival dove quest’anno è tornata in scena la lirica del Rof. Ovvero quello che in città viene definito il vecchio Palazzetto dello sport, a due passi dal centro e a tre pedalate dal mare. "Gli indici di gradimento elaborati dagli esperti della televisione rivelarono che la manifestazione di Pesaro era, tra le tante del genere, la più seguita e interessante". Così la stampa dei tempi definiva il torneo internazionale di musica leggera. Oltre seimila presenze ogni estate, a volte a luglio, altre ad agosto, animavano lo show organizzato dall’Azienda autonoma di soggiorno, ai tempi capitanata da Gino Filippucci, uno dei personaggi più significativi della città di quegli anni. Il tutto davanti alle telecamere della Rai, così che giorni dopo l’intero spettacolo, in differita, sarebbe entrato nella casa degli italiani.

Tutto ebbe inizio il 4, 5 e 6 luglio del 1958. Sul palco, come presentatore, c’era nientemeno che Enzo Tortora, all’epoca trentenne. Al suo fianco Adriana Serra. In viale dei Partigiani ecco le bandiere dei 10 paesi partecipanti. Hotel strapieni, tutti aspettano questo momento. Ogni cosa va oltre le aspettative e dagli anni successivi l’organizzazione si rinforza ulteriormente. Iniziano ad esserci debutti di artisti stranieri (l’americano Joe Damiano nel 1959), incidenti diplomatici (nel 1960, con la Jugoslavia e il direttore d’orchestra abbandona il palco dopo una battuta infelice contro Tito) ed eventi correlati alla manifestazione. Insomma, "la città era strapiena", ricorda con piacere Giuseppe Nicolini. Nel 1961 cantò anche lui sul palco del Palasport, in arte Peppe di Lauro, e poi lavorò a lungo nell’Azienda autonoma di soggiorno di Filippucci: "Fu una pubblicità pazzesca per tutta la città. C’erano solo nomi famosi, artisti affermati che venivano a Pesaro a presentare canzoni nuove".

Nelle retrovie, per far sì che tutto fosse possibile, agivano Gianni Ravera, a lungo organizzatore del Festival di Sanremo e inventore del Festival di Castrocaro, e l’onorevole Arnaldo Forlani, pesarese doc e tra i politici di più lungo corso della storia repubblicana. Così l’edizione dei record è nel 1964.

"Stessa spiaggia, stesso mare", si potrebbe dire, citando Piero Focaccia. Gli artisti provano anche le canzoni su una barca al largo della costa. Lungo la panoramica, verso Gabicce Monte e la Romagna, i cantanti vengono intervistati. Il pubblico e gli ospiti arrivano da ogni paese del mondo. Mino Reitano, Edoardo Vianello, i Nomadi, Le Orme, i Dik Dik, l’Equipe 84, Raoul Casadei, Iva Zanicchi. E poi la Formula 3, la band che per qualche anno accompagnò Lucio Battisti.

L’appuntamento musicale cambia nome, palcoscenici e ospiti ma la formula continua ad essere vincente. Tanto che nel 1977 arriva il debutto italiano del gruppo francese Rockets con la canzone ‘Future woman’. Presenta Pippo Baudo. Ci sono anche I Cugini di Campagna con ‘Dentro l’anima’. Paul Gordon Manners è stato un membro del gruppo fino al 1986. E oggi ricorda: "C’erano delle grandi scenografie ed era una motore promozionale notevole della musica. Gli Hunter rimasero abbagliati da Mia Martini", sul palco con ‘Libera’, un ritorno dopo aver partecipato tanti anni prima in arte Mimì Bertè.

Ma, come spiega Manners, "una volta la musica trascinava lo spettacolo. Mentre oggi la musica è un optional dentro lo spettacolo". E "per un inizio c’è sempre una fine, come tutto", conclude Nicolini. Così nel 1982 ecco l’ultima edizione, con ospiti del calibro di Eduardo De Crescenzo, il gruppo disco inglese Imagination e Riccardo Cocciante. Tutti iniziano però a crederci sempre di meno, chi per motivi economici e chi per l’avvento di nuove manifestazioni musicali in giro per l’Italia. Presentava Sergio Ferri: "C’erano sempre stati artisti che cavalcavano l’onda e non erano in rampa di lancio. Ma ricordo che quell’ultima sera non c’era tantissima gente". Era sabato 24 luglio.

Oggi quel Palasport, un tempo casa della musica e del basket con la Scavolini Pesaro, è tornato a risplendere ospitando il Rossini opera festival, dopo lunghi lavori e attese. È stato definito un punto di riferimento per la cultura, lo spettacolo e l’organizzazione di eventi. Chissà che non possa tornarci anche un festival musicale di così grande portata. Un vero e proprio torneo della canzone.