Roma, 14 ottobre 2019 - "Alcuni scompaiono perché vogliono scomparire. Altri si perdono. Altri vengono rapiti. Ma tutti hanno bisogno di qualcuno che vada a cercarli". Poste in apertura dell’ultima relazione semestrale del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, le parole dello scrittore noir statunitense ed ex investigatore privato, Don Winslow, segnano il nuovo corso intrapreso nella gestione di questo fenomeno in Italia. Attualmente nel nostro Paese – stando ai dati raccolti dal 1974, anno in cui inizia la registrazione delle scomparse, al 30 giugno 2019 – le persone svanite nel nulla, ancora da rintracciare, sono 59.044 di cui i minorenni sono circa il 73% (42.591). Bisogna considerare, tuttavia, che sul dato ha inciso pesantemente l’impennata di arrivi di migranti degli ultimi 5 anni con la conseguente fuga di un consistente numero di persone, soprattutto minori non accompagnati, dai centri di accoglienza. Dall’analisi risulta, infatti, che gli stranieri di cui si sono perse le tracce sono complessivamente 49.137 (40.076 minori o sedicenti tali, 8.818 over 18 e 243 ultrasessantacinquenni) a fronte di 9.907 italiani (2.515 minori, 6.020 maggiorenni e 1.372 over 65). Un quadro complesso che, mai come ora, richiede un’attenta analisi delle motivazioni alla base delle sparizioni per riuscire ad attivare un sempre più efficace sistema di ricerche ed arginare, così, un fenomeno che non conosce recessione. Solo nel primo semestre di quest’anno le denunce di scomparsa sono state 6.761 di cui il 63% (4.288) si sono risolte con un ritrovamento. Tra le principali motivazioni delle recenti scomparse figura l’allontanamento volontario (75%), seguito dall’allontanamento da istituto o comunità (6,2%), possibili disturbi psicologici (6,2%), sottrazione di minorenni da parte del coniuge (0,8%), possibili vittime di reato (0,4%), mentre resta ancora non determinata la causa per l’11,4% delle sparizioni degli ultimi sei mesi. Tra ipotesi e misteri, nella storia del nostro Paese sono ancora molti i ‘cold case’ sui quali, oggi, grazie ai progressi della scienza e della tecnologia si riaccende la speranza di giungere alla verità. Casi di persone uscite di casa la mattina e mai più tornate, un esercito di fantasmi sui quali, a distanza di decenni, non si è ancora riusciti a far luce. Se, come nel caso di Emanuela Orlandi o Ylenia Carrisi, su alcuni di essi l’attenzione non si è mai spenta, altri sono stati dimenticati o frettolosamente rubricati come allontanamenti volontari e sembrano, ormai, destinati a rimanere sospesi tra presunte verità e romanzesche ricostruzioni. Celebre è quello del fisico di ‘Via Panisperna’, Ettore Majorana, svanito nel nulla a 31 anni, dopo un breve soggiorno di vacanza a Palermo e l’invio di due lettere in cui annunciava la sua scomparsa. Le sue ultime notizie sono contenute in un telegramma datato 26 marzo 1938, indirizzato al direttore dell’istituto di Fisica sperimentale di Napoli, Antonio Carrelli, in cui annunciava il suo ritorno l’indomani a Palermo e la volontà di rinunciare all’insegnamento. Negli anni ’80 ad occupare le pagine dei giornali fu, invece, la scomparsa dell’economista keynesiano, Federico Caffè, uscito la mattina del 15 aprile 1987 dalla sua residenza romana sulla cima di Monte Mario, nella quale il professore, prossimo alla pensione, non farà più ritorno. Nei giorni successivi i suoi studenti setacciarono la città. Ma del professore non si seppe più nulla. Sempre a Roma, la mattina del 2 luglio 1994, mentre il Paese era attraversato dallo scandalo Tangentopoli, il magistrato Paolo Adinolfi scomparve dopo aver inspiegabilmente ritirato una sentenza in archivio e spedito un vaglia di 500mila lire alla moglie. Giorni prima aveva confidato ad alcuni colleghi dell’ambito fallimentare di avere "importanti notizie".
CronacaL’esercito degli scomparsi, buio nell’anima