Lunedì 22 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Perché l’ex vigile di Sanremo può tornare al lavoro (con 250mila euro). L’avvocato: ecco cos’hanno dimostrato le carte

Luigi Alberto Zoboli, difensore di Alberto Muraglia: “Avevano raccolto indizi, lui invece ha provato che era in servizio. Otto anni sono troppi per ottenere giustizia”

Timbrò il cartellino in slip, l’ex vigile di Sanremo Alberto Muraglia reintegrato

Timbrò il cartellino in slip, l’ex vigile di Sanremo Alberto Muraglia reintegrato

Sanremo (Imperia), 29 ottobre 2023 - Ha difeso Alberto Muraglia – l’ex vigile di Sanremo che timbrò il cartellino in mutande ma dovrà essere reintegrato e risarcito con 250mila euro -, assieme al collega Alessandro Moroni. Avvocato, che cosa hanno dimostrato questi 8 anni? “Che Muraglia è una persona perbene – risponde Luigi Alberto Zoboli -, che ha sempre fatto il suo lavoro. E’ stato fotografato mentre timbrava il cartellino in mutande perché si cambiava per entrare in servizio. E poi la circostanza è abbastanza banale, un passaggio obbligato per chiunque debba indossare una divisa per lavoro”.

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Da licenziato a reintegrato (con risarcimento). Da presunto furbetto del cartellino a impiegato modello?

“Erano stati raccolti elementi indiziari. Noi avevamo chiesto che il procedimento disciplinare fosse sospeso in attesa che fosse definito il giudizio penale. Invece sono andati avanti”.  

Di preciso, quali sono state le accuse?

“Gli hanno contestato di aver timbrato o fatto timbrare e di non essere poi montato in servizio. Questo ritenevano che fosse provato da sei fotografie nell’arco di un anno di indagini che lo ritraevano in mutande. E anche da alcune timbrature che avevano fatto moglie e figlia, sempre mentre lui stava lavorando, e la circostanza è stata accertata. Queste sono state irregolarità formali. Si tratta di un illecito disciplinare. Che prevede una multa, non certo un licenziamento”.

Otto anni in tribunale. Quali sono state le fasi salienti?

“Prima Muraglia è stato licenziato. Ha impugnato la decisione davanti al tribunale, nel frattempo è stato assolto dal giudice penale sia in primo che in secondo grado, con sentenza definitiva. Ma il tribunale di Imperia ha confermato il licenziamento, riconoscendo che era sì presente in servizio ma non autorizzato. Alla fine la Corte d’Appello ha deciso reintegro e  risarcimento”.

Ora si attende la Cassazione?

“Formalmente è possibile, nella sostanza la vedo dura. C’è il giudicato penale che accerta in modo definitivo e incontrovertibile che lui era presente e che ha sempre lavorato”.  

Da uomo di legge qual è il suo commento finale?

“Che la giustizia è troppo lenta e che tutti si dovrebbero davvero assumere personalmente le loro responsabilità. Quella foto è stata interpretata male, coerentemente alla convinzione che Muraglia fosse un farabutto. Ma nello stesso giorno, mezz’ora dopo, c’erano i verbali che aveva elevato in servizio. Tutto questo è stato ignorato. Ci si è concentrati sulle mutande ma poi grazie a Dio si è arrivati in fondo”.  

In questi 8 anni ha mai avuto un dubbio?

“No, perché lui ha avuto la fortuna di ricordare tutto, di essere molto preciso. E da vigile lasciava traccia negli atti pubblici. Se fosse stato un semplice operaio della manutenzione come avrebbe fatto a dimostrare che quel giorno aveva lavorato?”.

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