Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Perché il lutto nazionale e i funerali di Stato per Berlusconi

Chi ha deciso di proclamare il lutto nazionale? E i funerali di Stato erano obbligatori? Cosa dice la legge

Roma, 14 giugno 2023 – Funerali di Stato, lutto nazionale e fiumi di persone in Duomo, in piazza, davanti alla tv e agli schermi dei computer. A Milano è il giorno delle esequie di Silvio Berlusconi, in programma oggi alle 15. A celebrarle l’arcivescovo Mario Delpini, 71 anni. 

Piazza Duomo in attesa dei funerali di Silvio Berlusconi
Piazza Duomo in attesa dei funerali di Silvio Berlusconi

Perché i funerali di Stato?

Si attiene all’iter consueto la decisione di Palazzo Chigi di finanziare i funerali del Cavaliere. 

È obbligatorio, infatti, secondo la legge n. 36 del 7 febbraio 1987, – e salvo diverse indicazioni della famiglia del defunto –, riservare funerali di Stato alle massime cariche del Paese: presidente della Repubblica, del Senato, della Camera dei deputati, del Consiglio dei Ministri e della Corte costituzionale. Una norma che si applica sia per i presidenti in carica che per quelli che hanno ricoperto questo ruolo in precedenza. 

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Niente di straordinario, dunque, per il fatto che al funerale dell’ex presidente del Consiglio parteciperanno le massime cariche istituzionali, presidente della Repubblica Sergio Mattarella compreso. E neanche per gli onori militari al feretro all’ingresso e all’uscita della chiesa; per l’orazione commemorativa ufficiale e per il fatto che l’organizzazione del rito, il trasporto della salma e la sepoltura saranno interamente a carico del governo. 

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Così è stato, in passato, anche per diverse altre Alte cariche. Tra queste, Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Giovanni Spadolini, Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi.

La scelta del lutto nazionale 

Qualche polemica tuttavia, è scattata nel momento in cui il governo Meloni ha proclamato il lutto nazionale per l’intera giornata di oggi, con tutto il ‘cerimoniale’ che questo comporta.

Bandiere esposte a mezz’asta sulle facciate degli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Due strisce di velo nero a cravatta ad abbrunare i vessilli interni agli stessi edifici. L’invito a un minuto di silenzio nelle scuole pubbliche e la cancellazione di tutti gli impegni ufficiali dei principali organi del governo. 

Una scelta che divide: tanti si schierano a favore, considerandola un gesto “dovuto”, alcuni l’accettano in parte e c’è chi, come l’ex ministra Rosy Bindi, non la ritiene “opportuna". 

La motivazione alla base è che, solitamente, il lutto nazionale, oltre a essere distinto e non correlato ai funerali di Stato, è un onore che si concede soltanto ai presidenti della Repubblica. In questo caso, il governo in carica – ovvero l’organo che decide se proclamare il lutto nazionale –  ha optato per riservarlo anche a un ex presidente del Consiglio dei Ministri, insieme con le esequie di Stato. Non era obbligato, è stata una scelta.

Un caso che rientra tra poche eccezioni ed è un unicum al di fuori degli ex presidenti della Repubblica. Lo stesso trattamento, infatti, anni addietro è stato riservato solo ai capi di Stato Giovanni Leone, morto nel 2001, e Carlo Azeglio Ciampi, deceduto nel 2016.