Roma, 14 giugno 2023 – Funerali di Stato, lutto nazionale e fiumi di persone in Duomo, in piazza, davanti alla tv e agli schermi dei computer. A Milano è il giorno delle esequie di Silvio Berlusconi, in programma oggi alle 15. A celebrarle l’arcivescovo Mario Delpini, 71 anni.
Perché i funerali di Stato?
Si attiene all’iter consueto la decisione di Palazzo Chigi di finanziare i funerali del Cavaliere.
È obbligatorio, infatti, secondo la legge n. 36 del 7 febbraio 1987, – e salvo diverse indicazioni della famiglia del defunto –, riservare funerali di Stato alle massime cariche del Paese: presidente della Repubblica, del Senato, della Camera dei deputati, del Consiglio dei Ministri e della Corte costituzionale. Una norma che si applica sia per i presidenti in carica che per quelli che hanno ricoperto questo ruolo in precedenza.
Niente di straordinario, dunque, per il fatto che al funerale dell’ex presidente del Consiglio parteciperanno le massime cariche istituzionali, presidente della Repubblica Sergio Mattarella compreso. E neanche per gli onori militari al feretro all’ingresso e all’uscita della chiesa; per l’orazione commemorativa ufficiale e per il fatto che l’organizzazione del rito, il trasporto della salma e la sepoltura saranno interamente a carico del governo.
Così è stato, in passato, anche per diverse altre Alte cariche. Tra queste, Ciriaco De Mita, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Giovanni Spadolini, Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi.
La scelta del lutto nazionale
Qualche polemica tuttavia, è scattata nel momento in cui il governo Meloni ha proclamato il lutto nazionale per l’intera giornata di oggi, con tutto il ‘cerimoniale’ che questo comporta.
Bandiere esposte a mezz’asta sulle facciate degli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Due strisce di velo nero a cravatta ad abbrunare i vessilli interni agli stessi edifici. L’invito a un minuto di silenzio nelle scuole pubbliche e la cancellazione di tutti gli impegni ufficiali dei principali organi del governo.
Una scelta che divide: tanti si schierano a favore, considerandola un gesto “dovuto”, alcuni l’accettano in parte e c’è chi, come l’ex ministra Rosy Bindi, non la ritiene “opportuna".
La motivazione alla base è che, solitamente, il lutto nazionale, oltre a essere distinto e non correlato ai funerali di Stato, è un onore che si concede soltanto ai presidenti della Repubblica. In questo caso, il governo in carica – ovvero l’organo che decide se proclamare il lutto nazionale – ha optato per riservarlo anche a un ex presidente del Consiglio dei Ministri, insieme con le esequie di Stato. Non era obbligato, è stata una scelta.
Un caso che rientra tra poche eccezioni ed è un unicum al di fuori degli ex presidenti della Repubblica. Lo stesso trattamento, infatti, anni addietro è stato riservato solo ai capi di Stato Giovanni Leone, morto nel 2001, e Carlo Azeglio Ciampi, deceduto nel 2016.