Giovedì 5 Settembre 2024

Pavarotti e l’evento mancato a Modena, la moglie: sottovalutato il legame con la sua città

Il 6 settembre del 2007 moriva il grande tenore amato in tutto il mondo. La vedova Nicoletta Mantovani: “Peccato, lo rammenteremo a Comacchio. Era vicino a tutti. Nella sua agenda vip internazionali e gente comune”

Nicoletta Mantovani e Luciano Pavarotti: per la prima volta dopo 17 anni Modena non ricorderà la scomparsa del grande tenore

Luciano Pavarotti (1935-2007) è annoverato tra i maggiori tenori di tutti i tempi

Modena, 5 settembre 2024 – La meravigliosa voce di Luciano Pavarotti si spense all’alba del 6 settembre 2007, e la notizia fece subito il giro del mondo. Ancora oggi, quando si parla di Pavarotti, si evoca un’icona, un vanto dell’Italia e soprattutto di Modena, dove la sua casa è un museo che accoglie visitatori da tutti i continenti.

Dal 2008, tutti gli anni a Modena il 6 settembre si è organizzato un evento per ricordare il Maestro: sul palco sono passati tanti amici e colleghi, da Vittorio Grigolo a Massimo Ranieri o Ennio Morricone. Quest’anno, per la prima volta, nella sua città non si terrà un evento dedicato a Pavarotti: il Comune ha deciso di far convergere tutte le celebrazioni dedicate alle grandi voci nel ‘Modena Belcanto Festival’, per traghettare nel futuro la tradizione lirica.

In parallelo, la Fondazione Pavarotti, presieduta da Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano, ha accolto l’invito di Comacchio, nel Ferrarese: domani quindi il concerto “Pavarotti Forever” si terrà lì, mentre a Modena ci sarà il silenzio. “Nessuno ha cancellato Pavarotti”, rimarca Massimo Mezzetti, neosindaco di Modena. E Katia Ricciarelli attacca: “Una scelta scorretta. Fossi nella moglie, organizzerei un evento come il Pavarotti & Friends e io ci andrei di corsa”.

L’intervista a Nicoletta Mantovani

Qualcuno ha detto: "Modena si è dimenticata di Pavarotti”. Nicoletta Mantovani, vedova del tenore, pensa sia proprio così?

"Ma no, sicuramente i modenesi non si sono dimenticati di Pavarotti, questo non succederà mai. Luciano fa parte della storia individuale e collettiva di tutti i modenesi, è nel loro cuore. C’entra l’orgoglio, sicuramente, perché Luciano ha portato Modena nel mondo e tutto il mondo a Modena. È una questione anche di affetto per l’uomo, che è stato amico di tutti. Luciano aveva Modena nel suo dna, e credo sia vero oggi anche il contrario: anche Modena ormai ha Luciano nel suo dna. Parliamo, insomma, di un amore ricambiato che non finirà".

Eppure quest’anno a Modena non si organizzerà un evento nella giornata del 6 settembre. Le è dispiaciuto?

"Lo comprendo. È sensato per l’amministrazione cittadina volersi svincolare da date precise e compattare in un unico periodo le celebrazioni delle eccellenze. Sicuramente la decisione è stata presa dalla precedente amministrazione – e accolta da quella attuale – in un intento di razionalizzazione delle risorse: dal punto di vista formale è razionale. Al tempo stesso, comprendo il disappunto dei modenesi che legavano al 6 settembre un momento di celebrazione di un loro concittadino a cui vogliono ancora bene e che li ha resi orgogliosi. Forse si è sottovalutato, da parte delle istituzioni, quanto i modenesi siano legati a questa data: a Modena il 6 settembre non significa celebrare il ricordo della morte di Luciano, ma il ricordo di Luciano, punto. Il 6 settembre è per i modenesi un ‘Pavarotti Day’, ecco: un giorno da dedicare al ricordo".

Pensa che sia buona l’idea di riunire tutte le celebrazioni delle grandi voci in un festival?

"Sicuramente il Belcanto Festival è un modo per portare avanti l’eredità artistica dei grandi nomi che Modena ha avuto la fortuna di avere in un modo strutturato. La memoria deve parlare alle nuove generazioni e trasmettere alle nuove leve ciò che questi grandi hanno fatto, ed è ciò che facciamo anche attraverso la nostra Fondazione. Sicuramente il festival è un modo giusto per ricordare i grandi, anche Luciano: non so se esaustivo".

Domani sera, intanto, ci sarà un Pavarotti Forever ai Trepponti di Comacchio. Come è nato?

"Avevamo già lavorato anni fa con gli organizzatori di Comacchio. Ci hanno contattato all’inizio dell’anno per ospitare nuovamente un evento in ricordo di Luciano, da svolgersi verso la fine dell’estate. Il concerto non è nato, quindi, come evento di commemorazione dell’anniversario di Luciano alternativo a Modena: tuttavia, quando abbiamo appreso che non ci sarebbero stati eventi a Modena e che anche il 6 settembre era papabile, la scelta è caduta su questa data. Visto come si sono svolti i fatti, posso dire di essere contenta che ci sia un evento per Luciano proprio in questa data".

Cosa resta di Pavarotti? Cosa le piace che venga ricordato di lui?

"Resta tutto, dell’artista e dell’uomo. Spero che non venga mai dimenticata la generosità di Luciano, sul palco e fuori. Ha voluto condividere il suo straordinario talento con tutti, non si è mai risparmiato, è stato generoso con i giovani, a cui ha cercato di trasmettere tutta la sua esperienza, la sua conoscenza, la sua passione, senza chiedere nulla in cambio. E sappiamo tutti quanto è stato generoso oltre il sipario, oltre al Pavarotti & Friends: è sempre stato vicino a chi aveva bisogno".

Ovviamente il suo ricordo di Pavarotti è più profondo e personale. C’è un dettaglio che ama ‘ritrovare’?

"Mi piace riguardare le sue agende, dove lui segnava i nomi e numeri di telefono tutti insieme. Potevi trovare Kofi Annan, poi sotto un amico di vecchia data, il dentista, poi Bono, la Sutherland, poi l’autista di fiducia a New York e così via. Quelle agende rispecchiavano il cuore di Luciano: le persone non erano disposte in scala di importanza, non faceva classifiche in base alla posizione, alla fama, al potere. Non aveva mille facce, ma una sola per tutti".

Qual è dunque il modo migliore per continuare a ‘sentirlo’ fra noi?

"Continuare a ricordare Luciano, per chi è stato e quello che ha fatto. E, soprattutto, farlo conoscere anche ai giovani che non sono stati suoi contemporanei ma a cui Luciano ha ancora tanto da trasmettere".