Domenica 12 Gennaio 2025
mons. ERNESTO VECCHI
Cronaca

Pasqua per non morire

Oggi, la Chiesa celebra la II domenica di Pasqua, detta anche della «Divina Misericordia». La Pasqua, infatti, è la massima testimonianza dell’amore misericordioso di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna». È dunque una questione di fede! Sergio Zavoli ne parlò in una sua grande inchiesta televisiva, approdata poi nel libro ‘Credere non credere’ (1996). Einstein – ad esempio – diceva: «Non riesco a concepire un vero scienziato senza fede».  Ora, il cristiano crede che la risurrezione di Gesù, mediante l’Eucaristia, introduce nell’essere umano una specie di ‘fissione nucleare’, che distrugge l’egoismo e diffonde nell’universo l’amore di Dio. Nell’omelia di Pasqua, il cardinale Caffarra ha addirittura paragonato la risurrezione a un big-bang che dà inizio a una nuova creazione.  Il popolo bolognese continua a ‘sentire’ la Pasqua come momento qualificante della propria identità, mentre nei piani alti della città sembra che ‘si navighi a vista’, senza una visione progettuale ‘integrale’: la tradizione religiosa petroniana è trascurata e ora anche bestemmiata, mentre appartiene al Dna della cultura bolognese. Quando parla l’Apostolo, successore di San Petronio, l’intellighenzia nostrana finge di non sentire e lascia campo libero a qualche voce dissonante, che – per interesse o complicità – gracchia al vento, senza cogliere il senso profondo del messaggio. L’arcivescovo, in forza della ‘successione apostolica’, è il più antico cittadino di Bologna e continua l’opera promozionale del nostro «Protector et Pater». Quale successore degli Apostoli, l’Arcivescovo ha ricevuto dal Signore la missione di insegnare e di predicare il Vangelo, affinché tutti, per mezzo della fede, del battesimo e dell’osservanza dei comandamenti, ottengano la salvezza. Qualcuno – secondo la vecchia logica luciferina – tenta di dividere il magistero del cardinale Caffarra da quello di Papa Francesco: si sbaglia di grosso, specialmente quando sono in gioco la famiglia e la naturale distinzione dei sessi. Se l’arcivescovo ha detto che il ‘gender’ è una ‘cataratta’ che impedisce di vedere chiaro, Papa Francesco lo ha preceduto dicendo che è «uno sbaglio della mente umana». Lo pensano perfino Dolce e Gabbana: un bimbo appena nato cerca il seno della mamma, non la tastiera di Elton John!