di Nino Femiani
"Avete rotto…". Non ha resistito. Dopo aver incassato la solidarietà di tanti palermitani (e anche l’ironia becera e velenosa di chi l’accusa di avere uno stile di vita "troppo disinvolto"), decide di ribattere. In sette l’hanno stuprata in un cantiere del Foro Italico a Palermo, abbandonandola piangente e sola, con ferite e graffi su tutto il corpo. E, per la prima volta, da quella terribile notte, la 19enne vuole replicare alle insinuazioni di chi ritiene che "se l’era cercata", di chi prova a incolparla l’orrore compiuto dai sette arrestati (uno anche minorenne). "Sinceramente sono stanca di essere educata, quindi ve lo dico in francese, mi avete rotto…". E getta nel campo degli haters il guanto di sfida, sbriciolando i luoghi comuni con cui l’hanno attaccata: "Con cose del tipo ‘ah ma fa i video su TikTok con delle canzoni oscene’, ‘è normale che poi le succede questo’, oppure ‘ma certo per come si veste’. Me ne dovrei fregare, ma non lo dico per me. Più che altro se andate a scrivere cose del genere a ragazze a cui succedono cose come a me, e fanno post come a me, potrebbero ammazzarsi. Sapete che significa suicidio?", inveisce la giovane. Uno sfogo a tutto tondo, senza limare le parole, consegnato a una storia su TikTok.
Uno scoppio irato e appassionato che prosegue criticando i "commenti inutili" ricevuti: "Già sapevo che qualcuno avrebbe fatto lo scaltro, ma io rimango me stessa e manco se mi pagate cambio; perciò, chiudetevi la boccuccia e continuate a guardarvi le altre Tiktoker piuttosto che giudicare una ragazza stuprata". E ai leoni da tastiera che la insultano, nonostante lei sia vittima di una prepotenza e di una violenza orribile, la ragazza risponde a muso duro e passa all’attacco: "Mettiamo anche caso che avessi avuto diverse relazioni, questo giustifica persone con cui non volevo farlo ad abusarmi e a lasciarmi agonizzante?". E chiude: "Complimenti per la mentalità. Sinceramente sono stanca di essere educata, quindi ve lo dico in francese, mi avete rotto".
E lascia il suo manifesto: "Una donna deve essere libera di fare ciò che gli pare, di postare quello che gli pare, il problema è che la donna viene ancora oggi vista come un oggetto di piacere, non siamo noi a doverci nascondere solo loro a doversi dare una regolata". Intanto è stato recuperato il video che incastra i sette arrestati, tutti in carcere in distinte prigioni siciliane. Il filmato, del quale i responsabili della violenza di gruppo parlano nelle chat, è stato oggetto di una vera e propria caccia, morbosa e inquietante, su gruppi di Telegram, nonostante i moniti del Garante della privacy. Ora, finalmente, le immagini dell’orrore sono in mano alla Procura. I consulenti tecnici del procuratore Maurizio De Lucia sono riusciti a risalire ai filmati originali. Dalle intercettazioni fatte sui telefoni degli indagati, subito dopo la denuncia della vittima, spunta una frase sibillina pronunciata dall’autore del video, Angelo Flores: "L’ho mandato a chi dovevo". Quanto basta a suffragare l’ipotesi che il video o i video possano essere stato ceduti in cambio di denaro. Poi dopo il clamore, Flores, preoccupato, avrebbe aggiunto: "Io adesso li sto eliminando tutti. Li sto mandando solo a chi li devo mandare e li elimino". Con chi sono state condivise le immagini dello stupro di gruppo? Altri amici? Compratori nel dark web? E soprattutto perché sono state diffuse? Solo malsano tornaconto o anche una velenosa vendetta dopo essere stato rifiutato dalla ragazza? Interrogativi che saranno sciolti nei prossimi giorni.