Giovedì 5 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Fabio Ravasio, ciclista travolto e ucciso a Parabiago: non è un incidente ma un omicidio premeditato dalla moglie brasiliana. Sei arresti

Il 52enne investito da un’auto il 9 agosto. Nella banda anche la donna, Adilma Pereira Carneiro, 49 anni. Avrebbero agito per soldi. Tutti gli accusati hanno confessato e specificato il loro ruolo

Il 52enne Fabio Ravasio è stato investito e ucciso venerdì sera sulla Sp149

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Parabiago, 23 agosto 2024 - Non era un incidente stradale con un pirata in fuga e un ciclista morto ma un vero e proprio omicidio. Fabio Ravasio, 52 anni, è stato ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago. Gli assassini sarebbero sei persone in qualche modo facenti parte della cerchia delle amicizie e conoscenze più intime. Di più, tra i 6 fermati c'è anche la moglie della vittima, la 49enne brasiliana Adilma Pereira Carneiro. Secondo le indagini dei carabinieri sarebbe la presunta ideatrice del piano omicida per motivi economici. Queste le clamorose conclusioni dei carabinieri della Compagnia di Legnano al termine di una lunga e accurata indagine.

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La confessione

A uccidere, e a confessare il delitto, sarebbero stati sei uomini che Fabio Ravasio conosceva bene. Il movente? Un vantaggio patrimoniale, soldi forse case, come hanno spiegato nella Procura della Repubblica di Busto Arsizio. Tutti e sei gli indagati avrebbero confermato la versione e illustrato il ruolo che ciascuno di loro ha avuto nell’omicidio: dall’organizzazione all’esecuzione sino al ritrovamento della autovettura utilizzata per investire Ravasio nel garage di uno di loro dove era in attesa di essere riparata per cancellare ogni segno dell’incidente. Tutti e sei sono accusati di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

Fabio Ravasio è stato ucciso: l'incidente non dovuto a un caso o a un errore ma figlio di un piano ben organizzato
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La svolta nell’indagine

Alla clamorosa svolta nell’indagine i carabinieri sono giunti attraverso il racconto di alcuni testimoni oculari che avevano parlato di un’automobile nera che dopo aver travolto Ravasio sarebbe finita contro uno spartitraffico. Dalle telecamere di sorveglianza della zona i militari erano risaliti alla targa che pero risultava essere contraffatta, ma indagando sul modello i carabinieri hanno scoperto che una macchina di modello e colore simile apparteneva a una persona che conosceva bene la vittima. A questo punto l’indagine si è concentrata su di lui e sulle persone che frequentava più assiduamente. Con il procedere dell’indagine i carabinieri sono arrivati a fornire al pubblico ministero che ha coordinato le indagini una serie di elementi significativi per ipotizzare che Ravasio non fosse morto in un incidente causato da un pirata della strada, ma fosse stato investito volutamente per ucciderlo.

Chi era Fabio Ravasio

Fabio Ravasio viveva a Parabiago con la famiglia, ma a Magenta lavorava da tantissimi anni ed era conosciuto un po’ da tutti. Era uno dei due titolari della Mail Boxes di via Manzoni, nel pieno centro della città. Si occupava di spedizioni nazionali e internazionali, fax, fotocopie, articoli per ufficio e molto altro.