Lunedì 24 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

“Speranza contro ogni speranza” per il Papa: cosa ha voluto dire il cappellano del Gemelli

Don Nunzio Currao evoca una fede totale, alla ‘spes contra spem’ che San Paolo attribuiva ad Abramo, il quale nonostante i quasi cento anni di età e la sterilità della moglie, non dubitò mai della promessa divina

Roma, 24 febbraio 2025 – Le condizioni del Papa restano critiche, anche se con alcuni lievi progressi, e nelle ultime ore la preoccupazione per la sua salute è “alle stelle”. Don Nunzio Currao, cappellano del Policlinico Gemelli, dove il Santo Padre è ricoverato, paragona l’apprensione nei confronti del pontefice a quella che si ha per un padre, ma è determinato a tenere alta la speranza: "Vorrei che chiedessimo la stessa fede di Abramo, la 'spes contra spem'”, ha affermato durante la speciale adorazione eucaristica per Francesco. 

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Alcuni fedeli recitano il rosario per papa Francesco ricoverato al Policlinico Gemelli, Roma, 24 febbraio 2025. (Ansa)
Alcuni fedeli recitano il rosario per papa Francesco ricoverato al Policlinico Gemelli, Roma, 24 febbraio 2025. (Ansa)

La speranza, un antidoto contro le avversità

Spes contra spem è una locuzione latina, il cui significato è traducibile letteralmente con ‘la speranza contro la speranza’. L’espressione, che compare in un passaggio della Lettera ai Romani (18:4) di Paolo di Tarso (San Paolo), fa riferimento alla fiducia cieca di Abramo nei confronti di Dio: “Egli, sperando contro la speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto (...)”. Abramo cioè aveva osato l’inosabile, sperato l’insperabile. 

In poche parole, Don Nunzio Currao predica una fede totale nell’operato del Signore, anche nel mezzo delle avversità. Bisogna agire proprio come Abramo – è il senso della sua preghiera – che, nonostante i quasi cento anni di età e la sterilità della moglie, non dubitò mai della promessa divina di regalargli una progenie. Del resto, è la stessa etimologia della parola ‘speranza’ che ci suggerisce di non restare passivi di fronte alle intemperie e di continuare nel proprio cammino. La ‘Spes’, infatti, deriva a sua volta dalla radice sanscrita spa-, che vuol dire ‘tendere’, ‘tendere verso una meta’, suggerendo quell’idea di dinamismo di cui deve essere intrisa la speranza: non una banale accettazione dei fatti, ma una costante fiducia che le cose possano cambiare. Una fiducia duttile, plasmabile, che riesce a sopravvivere e a non perdersi in un comodo e rassegnato immobilismo di chi ha paura di spingersi oltre le apparenti traversie.