Città del Vaticano, 29 dicembre 2022 - L’ultima visita nella quiete del monastero Mater ecclesiae, il buen retiro che aveva scelto con meticoloso spirito di programmazione e organizzazione dimostrato nella sua storica e clamorosa rinuncia al soglio pontificio, luogo ideale da dove svolgere la funzione che si era dato di "Papa Emerito", cioè di una specie di monaco che avrebbe accompagnato la missione salvifica della Chiesa con la preghiera, Joseph Ratzinger l’aveva ricevuta il primo dicembre scorso. Le candele rosse accese per l’Avvento incorniciano una istantanea che ora appare quasi sinistra, Benedetto seduto in mezzo, abbandonato sulla sua poltrona al centro del salone, smagrito, il viso contratto, il sorriso abbozzato ma che non si scioglie.
Riceveva i due vincitori del Premio Ratzinger, il riconoscimento che ogni anno la Fondazione di ricerca teologica a lui intitolata conferisce a due eminenti studiosi. Un laconico comunicato della Fondazione spiegava persino che nell’occasione il Papa emerito e i due vincitori "avevano conversato", glissando del tutto sul fatto che da almeno due anni le corde vocali di Ratzinger non emettono più alcun suono. Da allora più nessuna notizia ufficiale, solo ancora qualche foto ‘rubata’ da qualche curiale che non ha potuto fare a meno di pubblicarla sui suoi profili social e che mostrano in effetti, ancora, un Ratzinger più che fiaccato. Ma a dargli un duro colpo, a infliggergli quei pesi che più delle limitazioni e degli acciacchi fisici incidono in modo indelebile il corpo e lo spirito, sono stati due eventi contigui del 2020.
Dapprima la morte dell’amatissimo fratello Georg, sacerdote come lui, unico riferimento della famiglia rimastogli, per il quale aveva in un certo senso rischiato la vita mettendosi in viaggio, in volo verso Ratisbona, nel giugno di quell’anno, per pregare assieme al suo capezzale prima della dipartita. Poi, la vicenda dell’accusa, davvero infamante, di aver coperto un prete pedofilo seriale negli anni in cui era arcivescovo di Monaco. Un caso riemerso dal passato, con il Rapporto sugli abusi in Baviera commissionato dalla stessa diocesi. Ratzinger aveva protestato con veementi lettere tutta la sua innocenza e di recente aveva anche annunciato che si sarebbe difeso nel giudizio civile imbastito presso il tribunale di Monaco per risarcimento danni.
Per vedere accertata davanti al giudice la propria innocenza stava preparando una memoria difensiva con un team di avvocati accuratamente scelto. Ma negli ultimi giorni le forze non hanno più retto. A Natale era peggiorato ma sembrava stabile. Gaenswein era così potuto partire per la Germania per salutare i familiari. È stato lo stesso Francesco a pronunciare le parole “molto ammalato”. E le sue vere condizioni, in queste ore, forse le conoscono solo il frate dei servizi sanitari vaticani che da giorni non lascia un minuto la stanza da letto del Mater Ecclesiae e le quattro memores domini, le suore laiche di Comunione e liberazione che non lo hanno mai abbandonato.