Città del Vaticano, 19 settembre 2023 – “Il nostro mondo continua ad essere nella morsa di una terza guerra mondiale combattuta poco alla volta e, nel tragico caso del conflitto in Ucraina, non senza la minaccia di ricorrere alle armi nucleari”. Papa Francesco torna a evocare il concetto di guerra globale e rischio atomico, legato alle attuali vicende geopolitiche. Lo fa in un messaggio al cardinale Peter Turkson, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in occasione del Convegno su Pacem in Terris (19-20 settembre), enciclica pubblicata da papa Giovanni XXIII l'11 aprile 1963.
Secondo Bergoglio il periodo attuale somiglia a quello immediatamente precedente all’enciclica, quando nell'ottobre 1962 la crisi dei missili di Cuba portò il mondo sull'orlo di una diffusa distruzione nucleare. In quegli anni il mondo era nel bel mezzo della guerra fredda. Ora non solo “il numero e la potenza delle armi sono cresciuti, ma sono aumentate anche altre tecnologie belliche e persino il consenso di lunga data sulla proibizione delle armi chimiche e biologiche è in pericolo”.
Il Pontefice invita a “mantenere viva la visione che un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario”. In questo il ruolo delle “Nazioni Unite e delle organizzazioni affini nel sensibilizzare l'opinione pubblica e nel promuovere misure normative adeguate rimane fondamentale”. Alla luce della “terrificante forza distruttiva delle armi moderne, è ancora più evidente, che “le relazioni tra gli Stati, come tra gli individui, devono essere regolate non dalla forza armata, ma secondo i principi della retta ragione: i principi, cioè, della verità, della giustizia e della cooperazione vigorosa e sincera”. Ecco perché “è molto opportuno che questa Conferenza dedichi le sue riflessioni a quelle parti della Pacem in terris che discutono del disarmo e dei percorsi per una pace duratura”.
Francesco legittima l’uso delle armi convenzionali, che devono però “essere utilizzate soltanto a scopo difensivo e non dirette a obiettivi civili”.
“Spero che una riflessione approfondita su questo tema – aggiunge Francesco – porti ad un consenso sul fatto che tali armi, con il loro immenso potere distruttivo, non saranno impiegate in modo da provocare 'lesioni superflue o sofferenze inutili’, per usare le parole della Dichiarazione di San Pietroburgo. I principi umanitari che hanno ispirato queste parole, fondati sulla tradizione dello ius gentium, rimangono validi oggi come quando sono stati scritti per la prima volta, oltre centocinquanta anni fa". Il Pontefice conclude ribadendo “volentieri l'auspicio di preghiera espresso da Papa Giovanni a conclusione della sua Enciclica, affinché 'per la forza e l'ispirazione di Dio, tutti i popoli possano abbracciarsi come fratelli e sorelle, e affinché la pace a cui anelano possa sempre fiorire e regnare tra loro’”.