Roma, 4 gennaio 2024 – Faccia di aceto, anzi cara de vinagre in spagnolo, segno di acidità, di una chiesa respingente: il volto delle suore che papa Francesco vorrebbe non vedere mai.
Il Papa e “le suore faccia di aceto”
"A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia ‘di aceto’ e questo non è affabile, questo non è una cosa che aiuta ad attirare la gente. L’aceto è brutto e le suore con faccia di aceto, non parliamone! In breve: santità, preparazione e affabilità. Questo vi chiedo”, ha detto il Pontefice oggi nell’udienza alla Sala Clementina, in Vaticano.
L’occasione: il Capitolo generale e il centenario di fondazione dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della scuola. “La scuola è una missione, non dimenticatelo!”, è stato l’esordio del Santo Padre.
Le parole di papa Francesco alle suore
“Avete scelto, per i vostri incontri, un tema impegnativo: comprendere il presente per capire insieme il futuro dell’Unione in cammino con la Chiesa. Capire il presente, comprenderlo, per capire il futuro; in cammino, non ferme - i morti sono fermi! -, in cammino con la Chiesa. È bello! Esso è in linea con l’eredità, lasciatavi dalla venerabile Luigia Tincani, di dare risposte creative alle domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente degli indifferenti alla fede e dei lontani, attraverso la promozione di un umanesimo cristiano”, ha detto ancora il Santo Padre.
“Siate messaggere di affabilità”
"Per farlo, la vostra Fondatrice vi ha proposto tre atteggiamenti, che San Giovanni Paolo II riassumeva così: ‘L’impegno costante della propria santificazione, una seria preparazione teologica e professionale e uno stile di vita affabile e amorevole verso tutti, specialmente verso i giovani’. Mi piace quello ‘stile di vita affabile e amorevole’. A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia ‘di aceto’ e questo non è affabile, questo non è una cosa che aiuta ad attirare la gente. L’aceto è brutto e le suore con faccia di aceto, non parliamone! In breve: santità, preparazione e affabilità. Questo vi chiedo”, ha detto ancora il Pontefice.
Papa Francesco ha quindi esortato: “Siate messaggere di affabilità, che è dono dello Spirito, e di gioia, vivendo ogni incontro con riconoscenza solare dell’altro nella sua sacra unicità”. Quindi ha aggiunto: “Care sorelle, grazie per il vostro lavoro, specialmente in ambito giovanile! E vedo che mancano suore giovani… Quante novizie avete nel mondo?”, ha chiesto il Santo Padre. ‘Una decina’, è stato risposto dall’aula. “È poco - ha detto ancora il Pontefice -. Cercate un apostolato vocazionale, cercate! Continuate a portare avanti il vostro lavoro con l`apertura e il coraggio che vi sono propri, pronte a rinnovarvi là dove necessario, con santità di vita, preparazione e affabilità. Vi benedico e prego per voi. E anche voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.
"Non dialogate con il diavolo”
Il Pontefice ha poi messo in guardia le suore dal dialogare con il diavolo: “Il Signore ci ha fatto vedere che dialogava con tutti, tranne... C’era una persona con cui il Signore non dialogava mai: il diavolo. E quando il diavolo gli si avvicinò per fare quelle domande, il Signore non dialogò con lui. Gli rispose con la Parola di Dio, con la Scrittura. Per favore, dialogate con tutti, tranne che con il diavolo. Il diavolo viene nella comunità, guarda le gelosie, tutte quelle cose che sono di tutti gli umani, non solo delle donne - ha detto ancora Papa Francesco -, di tutti, e il diavolo va lì. Con il diavolo non si dialoga. Capito? Con il diavolo non si dialoga”.
Tutti i precedenti con le suore
Non è la prima volta che il Pontefice, scherzando, usa un linguaggio colorito con le religiose. Nel 2021 aveva chiesto alle Salesiane di non essere “zitellone”, mentre nel 2022 aveva dato un consiglio alle Canossiane per combattere “il chiacchiericcio”, “un bel rimedio: se tu hai la tentazione di chiacchierare, morditi la lingua, ti si gonfia bene e non potrai parlare”. Anche alle suore di Santa Dorotea, sempre nel 2022,erano state messe in guardia dallo sparlare: “Per favore niente chiacchiere perché il chiacchiericcio è una peste per la comunità”. Nella visita a Napoli del 2015, con le storiche immagini di un gruppo di suore di clausura che praticamente lo circondarono con il loro affetto, criticò le monache che passano tempo davanti alla tv: “Nella diocesi che avevo prima - raccontò riferendosi a Buenos Aires -, c’era un collegio di suore, brave suore, ma la casa dove abitavano, l’appartamento che avevano, era un pò vecchia ed era necessario rifarla. E l’hanno rifatta bene, troppo bene, anche lussuosa. Ci hanno messo in ogni stanza un televisore. E all’ora della telenovela tu non trovavi una suora in collegio!”. In un’altra occasione, un’udienza con i seminaristi (sempre nel 2022) aveva parlato del vizio del porno che interesserebbe anche le religiose: “È un vizio che ha tanta gente, tanti laici, tante laiche, e anche sacerdoti e suore. Il diavolo entra da lì. E non parlo soltanto della pornografia criminale come quella degli abusi dei bambini: questa è già degenerazione. Ma della pornografia un po’ normale”.