Sabato 5 Ottobre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Papa Francesco nomina 21 nuovi cardinali nel segno dell’universalità della Chiesa. Quattro gli italiani

Anche un maratoneta tra i nuovi porporati, che provengono dall’Iran alla Serbia, dal Giappone all’Indonesia. Il più anziano è il nunzio apostolico Angelo Acerbi, 99 anni

Papa Francesco durante l'Angelus domenicale (Ansa)

Papa Francesco durante l'Angelus domenicale (Ansa)

Roma, 6 ottobre 2024 – Torino torna sede cardinalizia, mentre la Laguna resta ancora senza berretta rossa, nonostante la tradizione, quella con la t minuscola, però, come ci ha abituati a pensare lo stesso papa Francesco, in questi anni più sensibile alla promozione delle periferie che delle sedi storiche dei principi della Chiesa. In tal ottica si spiegano pure le bocciature degli arcivescovi Domenico Battaglia (Napoli) e Corrado Lorefice (Palermo), anche se il Mezzogiorno a secco di porpore (in attività) stride un po’ con l’attenzione profusa da Bergoglio al Sud del Pianeta. Ma il niet si potrebbe anche giustificare con una sua ‘cortesia’ del Papa nei confronti dei due cardinali – entrambi over 80 e pertanto di diritto fuori dal Conclave – presenti già sotto il Vesuvio (l’81enne Crescenzio Sepe) e nel capoluogo siciliano (Paolo Romeo, classe 1938). Quattro cardinali per due sedi, anche se tradizionali, è troppa grazia nella Chiesa internazionale delineata da Francesco. 

Con il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, restano ancora una volta al palo anche gli arcivescovi Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione, uomo forte di Bergoglio nell'organizzazione del prossimo Giubileo. Per i tre alti prelati a questo punto si riducono al lumicino le speranze di entrare in Conclave almeno sotto il pontificato dell'87enne Francesco che oggi, al termine dell'Angelus, ha annunciato, per l'8 dicembre, festa dell'Immacolata concezione, il suo decimo e assai sostanzioso concistoro.

In quella data saranno creati ben 21 nuovi cardinali di cui uno solo over 80. Trattasi del nunzio apostolico Angelo Acerbi, 99 anni, il più anziano porporato scelto da Bergoglio in questi quasi 12 anni di pontificato. Gli altri, invece, entreranno tutti in Cappella Sistina. Tra questi venti, tre sono italiani a partire da monsignor Baldassarre Reina che da oggi, ha annunciato il Papa, diventa nuovo vicario di Roma. Succede al cardinale Angelo De Donatis nominato lo scorso aprile penitenziere maggiore. Per l'arcivescovo la porpora arriva a pochi giorni di distanza dalla rapina che ha subito con il fratello nella sua abitazione romana. Entrano in Conclave anche il curiale padre Fabio Baggio, scalabriniano, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano, e l'arcivescovo di Torino, Roberto Repole, dal 2011 al 2019 presidente dell'Associazione teologica italiana. Curò anche la collana 'La teologia di Papa Francesco' che incontrò le critiche pubbliche di Benedetto XVI per l'inserimento, nel novero dei contributi raccolti, di uno studio a firma di un teologo giudicato ostile dallo stesso Papa emerito. La nomina a pastore della Mole è assai recente,  risale ad appena due anni fa. Adesso il salto in Conclave. 

Per il resto l'ultima infornata cardinalizia di Bergoglio esprime la piena universalità della Chiesa cattolica nel solco dei concistori precedenti.  Ed evidenzia anche i difficili rapporti con l’episcopato ultraprogressista tedesco, visto che è il terzo concistoro di seguito senza un tedesco neo cardinale. Tre i prelati di Curia 'promossi' e provenienze da ogni parte del mondo, incluse Iran e Indonesia. Sarà creato cardinale anche un presule ucraino, ma, a riprova del rapporti non agili fra la Santa Sede e l'episcopato locale del Paese invaso da Mosca, in particolare con l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, si tratta di un vescovo residente in Australia. Il suo nome è Mykola Bychok, ordinario dell’Eparchia Saints Peter and Paul of Melbourne degli Ucraini. Altre curiosità. Riceverà la porpora anche il predicatore domenicano Timothy Peter Joseph Radcliffe, a cui il Papa ha affidato le meditazioni principali del doppio Sinodo sulla sinodalità dopo decenni di mancati riconoscimenti ad opera della Santa Sede

Ci sarà anche un maratoneta in Cappella Sistina: Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri. Ha un personale sui 42,195 km di 2 ore 52'00, ottenuto nel 1989 alla maratona di New York,  un’esperienza che gli è rimasta impressa, così come quella di correre sulle strade di Roma. “Chi corre prega due volte”, dice ora il 62 francese che al Sinodo sulla famiglia si fece apprezzare per una particolare attenzione per la pastorale con le persone omosessuali.  Da ultimo, spazio anche a Ladislav Niemet, arcivescovo di Belgrado che, entrando alla prima congregazione generale dell'assise sulla sinodalità attualmente in corso a Roma, è stato visto scherzare fuori dal Palazzo dell'Ex Sant'Uffizio con le femministe cattoliche favorevoli alla reintroduzione del diaconato femminile.

Questa è la lista completa dei 21 nuovi porporati: monsignor Angelo Acerbi, nunzio apostolico, monsignor Carlos Gustavo Castillo Mattasoglio, arcivescovo di Lima (Peru), monsignor Vicente Bokalic Kalic, arcivescovo di Santiago del Estero (Primado de la Argentina), monsignor Luis Gerardo Cabrera Herrera, arcivescovo di Guayaquil (Ecuador), monsignor Fernando Natalio Chomalí Garib, arcivescovo di Santiago de Cile (Cile), monsignorTarcisio Isao Kikuchi, S.V.D., arcivescovo di Tokyo (Giapppone), monsignor Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan (Filippine), monsignor Ladislav Niemet, arcivescovo di Belgrado, monsignor Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre (Brasile), monsignor Ignace Bessi Dogbo, arcivescovo di Abidjan (Costa d'Avorio), monsignor Jean-Paul Vesco, arcivescovo di arcivescovo di Alger, monsignor Paskalis Bruno Syukur, vescovo di Bogor (Indonesia). monsignor Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo di Teheran (Iran), monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino (Italia), monsignor Baldassare Reina, vicario generale di Roma, monsignor Francis Leo, arcivescovo di Toronto (Canada), monsignor Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore Basilica papale di Santa Maria Maggiore, monsignor Mykola Bychok, vescovo dell’Eparchia Saints Peter and Paul of Melbourne degli Ucraini, padre Timothy Peter Joseph Radcliffe, teologo, padre Fabio Baggio, sotto segretario Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e monsignor George Jacob Koovakad, officiale della Segretario di Stato e responsabile dei viaggi.

Con il concistoro del prossimo 8 dicembre salgono a 142 i cardinali creati da Bergoglio, di cui 113 elettori. Attualmente ad entrare in Conclave sarebbero proprio 142, ventidue in più del tetto massimo previsto da Paolo VI, ma entro la fine dell'anno in tre a raggiungeranno i fatidici 80 anni. Decimo concistoro, chissà se l’ultimo, dell’era Francesco. Colpisce la fretta con cui il Papa ha voluto irrobustire la truppa in Cappella Sistina. Poteva attendere l’inizio del Giubileo che si aprirà il 24 dicembre prossimo. I numeri canonici per un legittimo svolgimento c’erano ancora tutti. Ma Bergoglio ha preferito giocare d’anticipo, inserendo il suo candidato ideale forse proprio nella rosa dei nuovi cardinali. Potrebbe essere anche un giovane teologo, dalla rapida carriera ecclesiastica.